Fondazione Fiera Milano: stop ai politici nel Cda
Il passo dopo le dimissioni
pNon più politici ai vertici di Fiera Milano. Dopo le dimissioni di venerdì del cda della principale società fieristica italiana a seguito dell’inchiesta sulle infiltrazioni criminali nei subappalti degli allestimenti di Expo (e il conseguente rischio di commissariamento da parte del tribunale), il consiglio direttivo dell’azionista di maggioranza, Fondazione Fiera Milano, ieri ha dato le sue indicazioni per le nuove nomine di fine marzo.
Ufficialmente la Fondazione «ha conferito il mandato al presidente Gorno Tempini di attivare le procedure per la composizione di una nuova lista, in discontinuità con il passato». Ma più che di discontinuità, dietro le quinte, si parla proprio di nomi non più di diretta emanazione politica ma di manager dalle competenze riconosciute.
Finora sono stati molti i politici che si sono avvicendati nel cda, composto da 9 membri. Lo stesso ad Corrado Peraboni è stato parlamentare della Lega Nord. Proprio lui ha rimesso le deleghe ma non si è ancora dimesso dall’incarico di dirigente della società. Si parla di una trattativa in corso per la buonuscita (che secondo indiscrezioni potrebbe aggirarsi intorno al milione di euro).
Intanto si prosegue con l’amministrazione ordinaria fino all’assemblea di aprile, quando verranno nominati i nuovi consiglieri. E martedì il tribunale per le misure preventive deciderà se commissariare o meno la società, anche se probabilmente le dimissioni hanno scongiurato il rischio.