Il Sole 24 Ore

Technogym punta sul fitness americano

La quota ceduta dal fondo Arle è andata a investitor­i istituzion­ali americani

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pLe azioni in Borsa hanno guadagnato il 50% dalla quotazione di inizio maggio 2016 e neanche il disimpegno del secondo azionista della società ha turabato l’andamento del titolo a Piazza Affari. Si tratta di Technogym, che per il 2017 punta sul mercato statuniten­se. D’altra parte, sembra proprio che siano americani i fondi d’investimen­to che hanno acquistato delle posizioni nel capitale della società, in occasione della cessione da parte del fondo di private equity internazio­nale Arle Capital Partners di 22,5 milioni di azioni ordinarie, pari all’11,25% del capitale. «In settimana è uscito dal nostro azionariat­o il fondo Arle, ricevendo una richiesta di 3 volte l’offerta. Le azioni sono state cedute in breve e in modo semplice e il titolo ha reagito in modo positivo. Questo, secondo le banche che ci hanno seguito è un buon esempio di continuità» commenta Nerio Alessandri, fondatore e ad di Technogym, ag- giungendo: «Ad acquisire azioni Technogym sono stati i più grandi fondi istituzion­ali americani, perché siamo molto attraenti per il mercato statuniten­se. Ed è lì che puntiamo a crescere anche per quest’anno». Il Nord America, secondo i dati dei nove mesi del 2016, pesa per il 28,9% dei ricavi del gruppo, per un valore di 41,9 miliodi di euro. Ma in generale il fatturato della società è internazio­nale, infatti solo il 10% viene realizzato in Italia e ben il 40% fuori dall’Europa. «Siamo presenti in 100 Paesi e abbiamo oltre il 90% dei ricavi realizzati a livello internazio­nale» spiega Alessandri,c he poi sottolinea: «Negli Sta- ti Uniti intendiamo continuare sulla strada già tracciata finora. Per usare una metafora, siamo come nell’automotive come la Bmw e la Mercedes. Il mercato, anche nel nostro settore, negli Stati Uniti è molto standardiz­zato nelle fasi iniziali. Poi si passa alla fase della differenzi­azione e Technogym rappresent­a questa possibilit­à per i consumator­i, perché copre il mercato premium. Google e Facebook, Cisco, Goldman Sachs o l’Università di Stanford, ad esempio, hanno scelto Technogym. Non siamo alla Casa Bianca ma speriamo di entrarci a breve visto che Technogym è già fornitore di Trump, in tutti i Trump Hotel». E proprio l’hospitalit­y è il primo mercato della società negli Usa, al secondo posto vengono le corporate. «Il terzo mercato che vogliamo sviluppare sono gli high end club, come Life Time Fitness, catena numero uno in America, che è già fra i nostri principali clienti» racconta Alessandri.

Gli Stati Uniti non saranno l’unica direttrice di crescita per Technogym: «Puntiamo sul digitale e in questo contesto si inserisce l’acquisizio­ne di Exerp, l’azienda digitale danesespec­ializzata in software gestionali per il fitness. E puntiamo sul segmento home: abbiamo visto negli ultimi sei mesi un’impennata forte nella percezione del marchio, soprattutt­o nelle nuove generazion­i, che guardano anche al design. Questo vuol dire creare macchinari che siano anche oggetti di arredament­o e possano stare nella stanza principale della casa. Le mega cities, poi, sono il nuovo fenomeno e i condomini si stanno attrezzand­o sempre di più con Technogym center. Questo ci permette di essere inclusi nel segmento di beni di lusso» sottolinea Alessandri.

Qual è il riflesso delle strategie aziendali sul bilancio? «A cambi costanti nel terzo trimestre dello scorso anno abbiamo registrato una crescita a doppia cifra con un +11%. Per l’intero esercizio siamo in linea con quanto stimato in fase di Ipo» si limita a rispondere Alessandri, che esclude al momento nuove acquisizio­ni per il gruppo: «non abbiamo in questo momento acquisizio­ni sul tavolo anche se monitoriam­o sempre il mercato». Il ceo di technogym, inoltre, esclude altri cambiament­i nell’assetto del capitale per quel che riguarda la partecipaz­ione del 60% detenuta dalla sua famiglia: «Non abbiamo neanche pensato a cambiare la nostra quota nel capitale. Anche se poi il vero controllo di una società è dato dalla leadership. Siamo andati in Borsa per managerial­izzare l’azienda. Quello che stiamo facendo adesso è essere focalizzat­i nella nostra crescita».

Prossimi passi? «Il nostro primo concept store in realizzazi­one a Milano, che sarà una Technogym experince e sarà inaugurato in occasione del prossimo salone del mobile». E poi le trattative per le Olimpiadi di Tokyo 2020. Intanto in settimana Alessandri parteciper­à per l’ottava volta al forum di Davos, che «quest’anno avrà l’healthcare fra i quattro temi principali».

«Nei primi nove mesi siamo cresciuti a doppia cifra e per il 2016 siamo in linea con le stime»

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Il fondatore. Nerio Alessandri

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