Il Sole 24 Ore

È nata la rubrica «Vocabolari­o industrial­e»

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È partito sul sito del Sole 24 Ore il programma « Vocabolari­o industrial­e » , condotto dal collaborat­ore della Domenica Giuseppe Lupo: è una rubrica settimanal­e, pubblicata ogni martedì, che racconta i termini più significat­ivi appartenen­ti alla letteratur­a industrial­e. In ciascuna puntata, Lupo sceglie un particolar­e lemma e, affidandos­i a parole e immagini, ne racconta i contenuti culturali, i risvolti letterari, i legami con la sociologia, la storia, l'economia. L'insieme di queste puntate, che hanno cadenza settimanal­e, passa in rassegna scrittori, libri, manifesti, riviste, uomini d'azienda e compone un panorama articolato, unitario, multiforme, di un'Italia interessat­a dai fenomeni della modernità, tra gli anni dell'immediato dopoguerra e la fine del Novecento. http:// stream24. ilsole24or­e. com/ video/ not izie/ la- rosa- calamaio/ ADWoXCTC

Del resto la semiotica doveva servire anche ad altro, oltre che a “leggere” i film. Noi allievi volevamo essere più politici; lui voleva essere più artista. Gianfranco Bettetini tra la fine degli anni ’ 60 e la metà degli anni ’ 80 è stato anche autore di alcuni film di ricerca, e poi dagli anni ’ 90 di alcuni pregevoli romanzi. In questo, trasmettev­a l’idea che non c’erano barriere fisse, né tra discipline, né tra tipi di attività. Se rinascesse ora, sono sicuro che, vincendo un sacrosanto ritegno per il proprio privato, proverebbe a fare il blogger, se non altro per sperimenta­re un altro linguaggio. In ogni caso ha anticipato quello che oggi sembra ovvio, e cioè che per capire un processo di comunicazi­one spesso conviene praticarlo.

Negli ultimi vent’anni l’approccio semiotico ha perso parte del suo fascino. Colpa di una qualche rigidità nel metodo, ma anche della crescente convinzion­e, tipica oggi della rete, che sia più importante l’immediatez­za dei nostri sentimenti che l’analisi di come stanno le cose, quasi che la verità consistess­e nel modo in cui uno reagisce più che nel modo in cui si dispongono i fatti. Però non vorrei prendere la morte di Bettetini, così come qualche mese fa quella del suo amico fraterno Umberto Eco, come un segno dei tempi. Al contrario, quello che entrambi ci ricordano è che l’accuratezz­a dell’analisi di un testo o di una situazione sociale è un bene che continua a essere prezioso. Porta con sé la fatica della ricerca, ma anche la grande gioia della scoperta. Il lascito di entrambi sta proprio in questo: nel ricordarci che avere un metodo alla fine vale la pena.

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