«Bcc Roma aderisce al gruppo Iccrea, domani l’esame in cda»
Il dg Pastore: «Sarà un gruppo solido»
p «È previsto inoltre un percorso di efficientamento, sia della attuale banca Iccrea, sia delle Bcc aderenti - rivela il manager -. Riguarderà strumenti e processi di lavoro, ma anche il costo del funding e le modalità di gestione del portafoglio dei crediti deteriorati, creando un maggiore coordinamento e adottando i criteri che la Bce sta chiedendo ai maggiori gruppi bancari. La capogruppo fornisce anche garanzie sulla governance. Sarà autorevole, affinchè anche le Bcc non rappresentate nel board abbiano la certezza di essere guidate da professionalità adeguate, sia del mondo cooperativo sia di professionalità esterne, se serve per completare gli skill. Bcc di Roma è pronta a dare il suo contributo, come del resto già fa da anni».
Il management ha soppesato anche l’aspetto dei requisiti patrimoniali richiesti alla capogruppo: una soglia minima di 1 miliardo. «L’adesione al gruppo Iccrea non richiede contributi finanziari, poichè ha già una dotazione di 1,7 miliardi - spiega Pastore -. Una soglia che consentirà di far fronte ai rischi che potrebbero emergere in base alle adesioni attese. Penso che il gruppo potrebbe contare su un range tra 160 e 200 banche».
È proprio l’aspetto patrimoniale il principale termine di confronto con l’alternativa della trentina Ccb, che in verità non si è rivolta con la sua iniziativa a tutte le Bcc. «Da quanto abbiamo letto sui giornali quel gruppo avrà necessità di fare un aumento di capitale di 600 milioni. Se si aggiungono il patrimonio già disponibile di Ccb e la presumibile valorizzazione mediante apporto delle controllate, si arriva a circa un miliardo - racconta Pastore -. Il contributo alle Bcc richiesto è una percentuale del patrimonio libero (circa il 30%, ndr). Nel nostro caso dovremmo fare un versamento di 100 milioni, che comporterebbe una riduzione del Cet1 dell’1,6 per cento (15,1% a fine giugno 2016). Ma vincolare una simile quota di patrimonio, e quindi limitare lo sviluppo, a fronte dei nuovi impegni che si profilano per le banche non è una scelta che si può fare a cuor leggero. Mi chiedo se le Bcc che opteranno per l’opzione trentina hanno già fatto i conti con il maggior assorbimento di capitale che potrebbero richiedere le novità normative in arrivo ». Pastore si riferisce all’entrata in vigore degli Ifrs9, attesa a fine anno, e che ri-
LA SCELTA Il banchiere :«Se aderissimo a Ccb ci costerebbe 100 milioni Un passo rischioso con le norme in arrivo che assorbono altro patrimonio»
chiederà maggiori accantonamenti sui crediti. «Nel nostro caso una prima stima indica un valore tra 40 e 50 milioni», rivela. E ancora: c’è il rischio che venga richiesta la ponderazione nei bilanci dei titoli di Stato posseduti. «Il sistema del credito cooperativo è molto liquido - dice il banchiere - e quindi deteniamo molti di quei titoli. Come Bcc Roma abbiamo un attivo di 11 miliardi, di cui 3,5 miliardi in titoli di Stato». E infine le Dta. «È una mina che pesa per chi non farà utili, e non è il nostro caso - conclude -. Con le norme attuali (è saltato sinora il tentativo di inserire un correttivo nei dl sulle banche, ndr) quelle imposte anticipate, non potendosi trasformare in crediti da detrarre sulla tassazione, possono richiedere decurtazioni patrimoniali e vanno scontate in bilancio».