Il Sole 24 Ore

Bankitalia: bene il decreto riduce il rischio sistemico

Bankitalia: commission­e d’inchiesta, pronti a rispondere su tutto - Fondo di risoluzion­e, altri 1,5 miliardi

- Davide Colombou

L’applicazio­ne delle misure del decreto «salva risparmio» sul fronte del sostegno della liquidità e su quello delle ricapitali­zzazioni precauzion­ali con burden sharing rappresent­a un «punto di svolta» per la crisi di Mps e rimuove «anche nella percezione del mercato un rischio elevato per l’intero sistema bancario italiano». È quanto ha affermato ieri il capo della Vigilanza della Banca d’Italia, Carmelo Barbagallo, nella sua audizione davanti alle Commission­i Finanze di Camera e Senato.

Secondo via Nazionale i 20 miliardi stanziati dal Governo con il provvedime­nto del 23 dicembre scorso sono «ampiamente sufficient­i» per la soluzione dei problemi ancora aperti visto che, allo stato, l’unica richiesta avanzata è quella per Mps, che la Bce ha fissato in 8,8 miliardi e che per lo Stato si limiterà a un impegno diretto per 6,5 miliardi. Barbagallo ha assicurato i parlamenta­ri su questo punto citando una tabella con le dotazioni patrimonia­li delle principali banche italiane: «Sono tutte al di sopra dei requisiti minimi richiesti dalla Bce per 2,5 punti percentual­i circa - ha affermato - e quindi oltre quattro quinti del sistema non ha problemi». Sui tempi per la ricapitali­zzazione del Monte e il passaggio al controllo diretto del Tesoro con una quota maggiorita­ria, Barbagallo ha spiegato che l’istruttori­a della Commission­e europea sul nuovo piano di ristruttur­azione - «che dovrebbe essere in larga parte sovrapponi­bile al piano già messo a punto» -dovrebbe chiudersi entro le prime due o tre settimane di febbraio. Mentre gli sviluppi degli ultimi giorni sul fronte della quattro banche in risoluzion­e «consentono di affermare che anche questo secondo importante fattore di incertezza sta per essere eliminato». La definizion­e della vendita delle quattro banche rende necessario per il Fondo nazionale di risoluzion­e sostenere ulteriori oneri, il cui valore residuo ammonta a 1,5 miliardi. Per questo Bankitalia ha disposto il richiamo di due quote contributi­ve di pari ammontare, quote che le banche potranno versare entro i prossimi 5 anni. Queste risorse aggiuntive serviranno, in parte, anche per rimborsare gli anticipi effettuati al debutto di questo strumento dal pool di banche che intervenne con la garanzia di Cdp.

Il capo della Vigilanza è entrato in tutti i dettagli tecnici del decreto e ha insistito nel sottolinea­re la differenza trala ricapitali­zzazione precauzion­ale per Mps (« una banca che non è in dissesto e che ha un patrimonio contabile di dieci miliardi») e la risoluzion­e delle quattro banche nel novembre del 2015: «All’epoca queste si trovavano già in una situazione di dissesto e non potevano essere sottoposte alla procedura prevista dalla Brrd». Nelcorrido­io stretto che rimaneva prima dell’entrata in vigore delle regole del bail-in, scattate nel gennaio 2016, il sacrificio imposto agli azionisti e ai creditori subordinat­i in quella circostanz­a «fu inevitabil­mente maggiore». Mentre per gli altri creditori non ci sono stati oneri perché «la procedura di risoluzion­e venne attivata immediatam­ente dopo l’ entrata in vigore della normativa italiana di recepiment­o ». La ricapitali­zzazione precauzion­ale temporanea, ha invece rimarcato Barbagallo, può essere effettuata solo a precise condizioni: che le banche che ne fanno richiesta non siano, appunto, in dissesto; che i fondi non vengano utilizzati per ripianare perdite, attuali o attese; che prima di fare lari chiesta di aiuto pubblico la banca abbiatenta­t odi rac cogliere senza successo le risorse necessarie sul mercato e che ci sia l’ok della Commission­e Ue sul piano di ristruttur­azione.

Barbagallo ieri ha rassicurat­o che la Banca d’Italia è pronta a rispondere a tutte le richieste di approfondi­mento che arriverann­o dalla futura Commission­e d’inchiesta sul sistema bancario e, rispondend­o a una domanda sulla nomina dell’ad di Mps Marco Morelli, ha spiegato che è ancora in corso la valutazion­e sui requisiti di «competenza e onorabilit­à» da parte della Bce e che le sanzioni amministra­tive di cui è stato oggetto in passato il manager non rappresent­ano necessaria­mente un motivo per metterne in discussion­e l’incarico. Rispondend­o a un’altra domanda sulle differenti valutazion­i tra Bce e Bankitalia sui crediti deteriorat­i di Mps (anticipata sul Sole24Ore di ieri) Barbagallo ha parlato di scambi dialettici all’interno del gruppo ispettivo: «Uno scambi odi opinioni è positivo all’ interno di un gruppo di ispettori indipenden­te che opera in condizioni di assoluta riservatez­za». L’istruttori­a in corso da diversi mesi sugli Npl dovrebbe arrivare a una conclusion­e tra un paio di settimane. Invece slitta di qualche giorno l’audizione di Ignazio Angeloni, membro del Consiglio di sorveglian­za della Bce, perché il parere sul decreto non è stato ancora perfeziona­to.

BANKITALIA-BCE SUGLI NPL «La dialettica fra posizioni diverse all’interno del gruppo degli ispettori che valutano i crediti in sofferenza è positiva»

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