Tribunale Roma: contratto M5S valido, Raggi eleggibile
Casaleggio: «Nessun contratto tra la sindaca e la Associati» - Lei: «Tanto rumore per nulla»
Il Tribunale di Roma ha respinto il ricorso sul contratto tra Virgina Raggi e il M5S: salva l’eleggibilità della sindaca. Casaleggio: nessun accordo tra Raggi e Associati. Lei: tanto rumore per nulla.
pRigettata la domanda di ineleggibilità della sindaca di Roma Virginia Raggi, dichiarata inammissibile quella di nullità del codice di comportamento che aveva sottoscritto lo scorso febbraio con i garanti del M5S Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, insieme ai candidati consiglieri comunali. Si è conclusa con un netto gol a favore dei Cinque Stelle la battaglia giuridica ingaggiata dall’avvocato Venerando Monello, iscritto al Pd, contro il “contratto” firmato da Raggi. Con tanto di legnata finale: il legale, ribattezzato «Vagabondo» per colpa di un refuso nel testo dell’ordinanza della I sezione civile del tribunale di Roma depositata ieri, è stato condannato a pagare le spese processuali per un totale di circa 15mila euro.
I giudici sono chiari: la domanda di ineleggibilità della sindaca va respinta, perché non ricorre alcuna delle ipotesi tassative previste dal Testo unico sugli enti locali e perché non si possono interpretare in senso estensivo e analogico. Quanto alla domanda di nullità, proposta sostenendo una violazione del divieto di vincolo di mandato stabilito dalla Costituzione e recepito nel regolamento del comune di Roma, è ritenuta inammissibile perché il ricorrente, estraneo al M5S, non ha ti- tolo a impugnare un atto negoziale, «ancorché in materia di rappresentanza politica», che non ha siglato. Parole che fanno tirare un sospiro di sollievo al M5S, salvando almeno per ora i codici di comportamento fatti firmare agli eletti. Penali comprese: 150mila euro per Raggi, 250mila per gli europarlamentari.
Gongola la sindaca dal blog di Grillo: «Tanto rumore per nulla. Dopo la batosta elettorale a Roma, il Pd ne subisce un’altra in tribunale». Poi, ospite in serata a “diMartedì” su La7, difende il codice («È un impegno nei confronti degli elettori contro i cambi di casacca»), derubrica a «dibattito» le tensioni interne, ammette «un grave errore di valutazione» su Raffaele Marra e sostiene che in caso di avviso di garanzia «leggeremo e valuteremo». Ma non demorde. E sul sondaggio di Ipr Marketing per il Sole 24 Ore sul gradimento dei sindaci, che vede trionfare Chiara Appendino e inchioda lei al penultimo posto, non si scompone: «C’è Mafia Capitale, non Mafia Sabauda». Oggi la giunta potrebbe licenziare il bilancio rivisto dopo la bocciatura dei revisori dell’Oref.
Anche Luigi Di Maio attacca il Pd: «Un’altra figuraccia di un partito che ha paura di perdere le prossime elezioni e le prova tutte». Persino Davide Casaleggio, che per il tribunale è stato citato in giudizio sen- za motivo, rompe l’abituale silenzio e su Facebook chiarisce: «Non esiste alcun contratto tra Virginia Raggi e Casaleggio Associati. E sarebbe assurdochecifosse». Nelcodicesono citati i garanti: Grillo e lo scomparso Gianroberto, cui Davide non è subentrato come garante. «È una fake news che serve ad alimentare l’idea di oscure trame, reti e sistemi, che semplicemente non esistono».
Monello parla di «ordinanza pilatesca»: «Il tribunale ha deciso di non decidere nel merito sul contratto». Dietro di lui la senatrice dem Monica Cirinnà, secondo la cui è lampante «l’urgenza dell’approvazione della legge sui partiti». Fatto sta che l’ordinanza toglie una nube dal cielo pentastellato. Oggi Grillo è a Roma. C’è da spiegare agli ortodossi ancora contrariati la figuraccia europea: Casaleggio jr è blindato (come dimostra la promozione del fedelissimo Massimo Bugani a responsabile della nuova funzione “sharing” di Rousseau), ma si ragiona sul ritorno di una struttura intermedia tra la base e i vertici, simil direttorio. C’è anche da mettere a punto la strategia sulla legge elettorale (delle iniziative di piazza del 24, quando si riunirà la Consulta, si è parlato ieri all’assemblea dei gruppi). E c’è da completare programma e squadra di governo.