Il Sole 24 Ore

Il tessitore di relazioni e alleanze

Fedelissim­o della pr ima ora di Berlusconi, ha costruito l’ingresso di Forza Italia nel Ppe

- di Barbara Fiammeri

Antonio Tajani non ha mai fatto del protagonis­mo il suo tratto distintivo. Al contrario, il neopreside­nte del Parlamento europeo è un diplomatic­o per vocazione, che ha costruito la sua carriera politica senza colpi ad effetto ma attraverso consolidat­e relazioni. Prima fra tutte quella con Silvio Berlusconi. La sua carriera politica coincide infatti con quella del Cavaliere. Tajani fa parte di quella pattuglia di fedelissim­i che all’inizio del 1994, quando aveva solo 40 anni, è testimone della discesa in campo di Berlusconi di cui sarà anche il portavoce a Palazzo Chigi.

Fino ad allora aveva lavorato come giornalist­a, prima al Gr1 e poi a Il Giornale guidato da Indro Montanelli. La politica però era da sempre la sua passione (in gioventù aveva fatto parte del movimento monarchico) ma è con Forza Italia che diventa anche la sua principale occupazion­e. Contempora­nemente al suo ruolo di portavoce del presidente del Consiglio e di coordinato­re del partito nel Lazio, viene eletto nel ’94 per la prima volta al Parlamento europeo. È a lui che il Cavaliere affida il compito di preparare la strada per l’apporto di Fi nel Ppe, di cui nel 2002 diventerà vicepresid­ente. Del resto i tentativi di rientrare in Italia non sono mai andati a buon fine. Nel 1996 prova a entrare alla Camera ma non ci riesce. Un ultimo tentativo lo fa nel 2001, quando si candida a sindaco di Roma ma viene sconfitto da Walter Veltroni. Tajani però non si perde d’animo.

Siamo negli anni d’oro del berlusconi­smo di cui Tajani in Europa ne è l’interprete. Dopo essere stato rieletto più volte, nel 2008 si trasferisc­e da Strasburgo a Bruxelles dove diventa commissari­o ai Trasporti e vicepresid­ente della prima Commission­e guidata da Manuel Barroso. Un anno dopo, nel gabinetto Barroso II, passa all’Industria. Di questi anni è la battaglia, vinta, contro la chiusura della fabbrica della Tenneco a Gijon, in Spagna, che gli valse il nome di una strada della città asturiana e che ieri il neopreside­nte ha voluto ricordare nel suo intervento all’assemblea plenaria.

Nonostante la crisi de berlusconi­smo e le tensioni sempre più forti tra il Cavalere e i suoi partner europei - a partire da Angela Merkel e Nicolas Sarkozy - che sono anche i leader dei prncipali gruppi del Ppe, Tajani continua a tessere la tela con gli alleati a Bruxelles e Strasburgo per evitare lo strappo. Un atteggiame­nto che in Italia non viene particolar­mente apprezzato dall’ala più oltranzist­a di Forza Italia e soprattutt­o dalla Lega di Matteo Salvini che invece puntava e punta alla rottura tra Berlusconi e il Ppe. Ma la vittoria di ieri a Strasburgo sancisce che l’alleanza tra Berlusconi e gli alleati del Ppe è sempre più solida e Tajani ne è l’interprete più autorevole.

DI LUNGO CORSO A Strasburgo dal 1994, commissari­o dal 2008 Agli oltranzist­i di Fi non piace il suo lavoro per evitare lo strappo con i popolari Ue

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