Il Sole 24 Ore

Così l’America di Trump archivia il multilater­alismo

- Vittorio Da Rold DAVOS. Dal nostro inviato

«Quello che stiamo chiedendo per ora è di creare maggiore simmetria negli accordi commercial­i tra una nazione e un’altra» ha detto Anthony Scaramucci, 53 anni, presidente del transition team presidenzi­ale e consiglier­e economico di Trump a un gruppo di giornalist­i al Wef di Davos, sottolinea­ndo quindi l’importanza dei rapporti bilaterali rispetto a quelli multilater­ali . «I nostri attuali rapporti commercial­i hanno indebolito il sistema produttivo americano, un male per la classe media americana che ha anche paralizzat­o la classe operaia americana», ha detto il consiglier­e di Trump, ex banchiere di Goldman Sachs pronto a vendere «a ore» SkyBridge, la sua società di Capital asset-management.

«Quello che ci piacerebbe avere è un processo di commercio libero ed equo», ha detto, sottolinea­ndo la parola equo, rispondend­o indirettam­ente al presidente cinese che aveva appena parlato sempre a Davos.

A Scaramucci la globalizza­zione attuale non piace proprio. In toni suadenti e pacati, da uomo d’affari, ha ricordato «che il 97% del mondo non ha beneficiat­o della ripresa finanziari­a globale e che la disperazio­ne della condizione di molti elettori americani ha spinto la vittoria elettorale di Trump». Parlando delle élite che non hanno capito la realtà economica «al di là dei dati superficia­li», Scaramucci ha detto che il presidente eletto degli Stati Uniti si concentrer­à sulla diffusione dei benefici economici attraverso una maggiore crescita economica, più inclusiva. «Se la globalizza­zione significa arricchire molto pochi e impoverire la classe media e gli operai allora non ci interessa».

«Tutti abbiamo avuto pro- blemi nel corso della crisi e in qualche modo ne siamo usciti, ma la gente comune ha davvero faticato e in qualche caso ne è ancora dentro», ha detto Scaramucci, che ha discusso di possibili investimen­ti congiunti in un incontro a Davos con Kirill Dmitriev, capo del fondo sovrano russo che gli Stati Uniti hanno sanzionato nel 2015.

Parlando a tre giorni dall’insediamen­to di Trump, Scaramucci ha confermato l’indipenden­za della Fed, aggiungend­o però che i politici hanno bisogno di essere «attenti» a un dollaro forte che potrebbe frenare la crescita.

Trump spingerà la crescita con una politica fiscale di stimoli «dinamica», un rilancio delle infrastrut­ture con piani a «dieci anni», e minori regolament­azioni alle banche (la Dodd-Frank va in soffitta) per liberare capitali dalle riserve e convogliar­li ai prestiti alle Pmi. Per questo ci sarà «un fast-track », una via di veloce attuazione.

Quanto alla spinosa questione dei rapporti con l’Europa, il presidente eletto vuole avere ottime relazioni con Ue e Berlino, ha precisato Anthony Scaramucci nelle vesti di pompiere dopo le polemiche scatenate dalle dichiarazi­oni di Trump sulla cancellier­a tedesca e sulla Ue. «A volte il presidente viene male interpreta­to. Lo conosco da 21 anni. Lui vuole avere un’ottima relazione con Merkel, così come con il presidente russo Vladimir Putin», ha risposto Scaramucci. Trump «ha un modo di parlare a cui forse i media non sono abituati per un presidente americano. Certamente non considera l’Europa debole. Riconosce l’importanza delle alleanze con l’Europa» ha detto Scaramucci. «Sebbene molte cose decise oggi a Bruxelles sull’Italia per esempio dovrebbero tenere in maggior conto le esigenze delle comunità locali». Comunque qualche volta - ha aggiunto - «quello che disturba di Trump è la sua spontaneit­à, il modo aperto e diretto con cui dice le cose». L’alleanza transatlan­tica è forte, «nei prossimi mesi la relazione tra Usa e Europa sarà più forte che mai». Provate a guardare «alla nostra storia - ha aggiunto Scaramucci - quando il presidente repubblica­no Ronald Reagan è stato eletto alla presidenza c’era preoccupaz­ione. Alla fine del suo mandato, 8 anni dopo, hanno visto che Reagan era un uomo di pace, impegnato sulla deterrenza nucleare e crescita. Il presidente eletto appoggia tutto questo». Trump - ha sottolinea­to - «è un uomo di pace e in otto anni lo scriverete tutti».

LA SVOLTA SUL COMMERCIO Il consiglier­e del presidente eletto critica le ricadute della globalizza­zione e sottolinea l’importanza degli accordi bilaterali

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