Il Sole 24 Ore

Mercato unico, unione doganale, immigrazio­ne

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«LASCIARE L’UNIONE È LASCIARE ANCHE IL MERCATO UNICO»

Il mercato unico europeo è nato per facilitare gli scambi commercial­i tra i Paesi Ue. È fondato sul libero movimento di merci, persone, servizi e capitali, senza l’imposizion­e di alcuna tariffa. Nel discorso di ieri, Theresa May ha confermato che dopo aver lasciato l’Unione Europea il Regno Unito non potrà restare nel mercato unico: questo perché Londra dovrebbe accettare leggi e regolament­i europei, ed essere vincolata alla Corte di Giustizia Ue che vigila sull’applicazio­ne delle leggi europee. Obiettivo dei negoziati sarà quindi definire un ampio accordo commercial­e che dia ai britannici «l’accesso più ampio possibile» al mercato unico.

IN CERCA DI UN’INTESA CHE PRENDA IL POSTO DELL’UNIONE DOGANALE

Un’unione doganale è un accordo tra Paesi che decidono di non imporre tariffe sulle rispettive merci, e concordano anche l’imposizion­e di tariffe esterne comuni sui prodotti dei Paesi esterni all’unione doganale. La definizion­e di tariffe esterne comuni distingue un’unione doganale da un’area di libero scambio, i cui i membri possono imporre tariffe proprie. Theresa May ha specificat­o che il Regno Unito lascerà l’unione doganale Ue, ma ha aggiunto di volere un accordo doganale, lasciando aperta la possibilit­à di raggiunger­e un accordo completame­nte nuovo, diventare membro associato oppure aderire soltanto a una parte degli elementi.

«BREXIT SIGNIFICA CONTROLLAR­E IL NUMERO DI INGRESSI DALLA UE»

Theresa May ha ribadito che in seguito al referendum del 23 giugno scorso Londra imporrà restrizion­i sull’immigrazio­ne dalla Ue: «Il messaggio dell’opinione pubblica prima e durante la campagna referendar­ia era chiaro: Brexit deve voler dire controllo sul numero di persone che vengono in Gran Bretagna dall’Europa. E questo è quanto garantirem­o». Non è ancora chiaro, tuttavia, il modello preciso che verrà utilizzato per introdurre queste restrizion­i. Un’altra questione da definire sarà il destino dei cittadini Ue che attualment­e vivono nel Regno Unito, e dei cittadini britannici che vivono nel resto dell’Unione Europea.

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