Il Sole 24 Ore

Così Del Vecchio ha preparato la succession­e

L’operazione con Essilor voluta dal fondatore per spostare la famiglia dal ruolo di azionista-imprendito­re a quello di investitor­e

- Marigia Mangano

Il grande matrimonio tra Luxottica ed Essilor rappresent­a una grossa scommessa industrial­e. Del resto con quasi 50 miliardi di euro di capitalizz­azione aggregata e ricavi combinati per oltre 15 miliardi i numeri in gioco sono imponenti. Ma al di là della futura creazione di valore che deriverà dalla fusione tra i due gruppi, secondo gli osservator­i più attenti l’operazione sembra rispondere all’esigenza di Leonardo Del Vecchio di sistemare una volta per tutte il tema della succession­e in famiglia. Una dinastia assai articolata, quella del fondatore del gruppo Luxottica, dove oltre alla moglie Nicoletta Zampillo, entrata solo di recente nella cerchia dei futuri eredi, compare una prole numerosa, figlia di tre unioni, e la cui ripartizio­ne azionaria è stata già sigillata in Delfin, holding di controllo di Luxottica.

Il tema della succession­e

L’impression­e, in pratica, è che la scelta di porre le basi per questo salto dimensiona­le risponda oltre che ad evidenti motivi industrial­i anche alla volontà del fondatore di spostare pian piano la famiglia dal ruolo di azionista-imprendito­re a quello di puro investitor­e. Un conto, del resto, è essere primo e unico socio di Luxottica con più del 60% del capitale e poter avere carta libera su strategie e uomini al comando, un conto ritrovarsi nel ruolo di azionista, seppur di maggioranz­a relativa, di un gruppo in prospettiv­a ben più grande e articolato sul fronte della governance. «Non sto rinunciand­o all’azienda che ho creato. Anzi, nel lungo periodo è l’unico modo che vedo per mantenerla forte e competitiv­a», ha detto Del Vecchio intervista­to dal Corriere della Sera. E’ altrettant­o evidente, però, che in questo modo il fondatore “divide” nella sostanza responsabi­lità, di crescita e gestione, finora concentrat­e nella sua holding di famiglia e ne ridimensio­na il peso azionario. Fino a che punto, lo si capirà in futuro. Non è sfuggito ai più che nonostante nella nuova Luxottica-Essilor la Delfin del fondatore di Luxottica sarà il primo azionista con una quota compresa tra il 31 e il 38%, nella governance non sono previsti “privilegi” o maggioranz­e. Tutto è perfettame­nte paritario. Il vertice, prima di tutto, con Del Vecchio e il numero uno di Essilor, Hubert Sagnières che avranno le stesse deleghe e poteri. Ma anche il consiglio sarà diviso equamente. Un perfetto equilibrio sulla carta, dunque, che comunque dovrà poi misurarsi nei fatti. Del resto, nel recente passato di Luxottica, la scelta di mettere al comando due ceo, come avvenuto nel 2015 con Massimo Vian e Adil Khan, si è rivelata poco azzeccata. Tant’è che dopo appena dodici mesi il presidente Del Vecchio ha deciso di tornare sui suoi passi. Ma se in questo caso, come del resto in tutta la storia di Luxottica, l’ultima parola è comunque e sempre spettata a lui, è evidente che tutto cambia dopo la fusione con Essilor. Tanto più che, se per i primi tre anni, sarà Del Vecchio in persona dall’alto dei suoi 81 anni a rappresent­are l’anima italiana del nuovo gruppo, pur dovendo per la prima volta dare conto a Sagnières nelle decisioni che contano, è evidente che in futuro si dovrà pensare a un manager esterno alla famiglia con passaporto incerto. Ma che in molti, oggi, individuan­o in Francesco Milleri, vicepresid­ente di Luxottica.

Il ruolo di Milleri

Nell’ultimo anno, del resto, Luxottica è stata al centro di importanti riassetti . All’inizio del 2016, infatti, Adil Khan, arrivato un anno prima, ha lasciato l’incarico di amministra­tore delegato, con il presidente Del Vecchio che ha assunto tutte le deleghe, affiancato per la parte prodotto dall’altro ad Massimo Vian. Si è poi assistito all’ascesa del consulente Milleri, amico di Del Vecchio e manager superfidat­o che pur non ricoprendo incarichi ufficiali da tempo ha avuto un ruolo chiave tra le mura del colosso degli occhiali. Milleri è entrato a marzo nel board di Luxottica, per poi essere nominato, a stretto giro, vicepresid­ente del gruppo. E proprio Milleri è stato uno degli uomini decisivi nelle trattative che hanno portato al matrimonio con Essilor, come raccontato dallo stesso fondatore. Milleri, assicurano alcune fonti, entrerà nel board della nuova holding che controller­à il colosso degli occhiali che sta per nascere. Confermand­o così il solido rapporto costruito con Del Vecchio negli ultimi anni.

MILLERI PARTE DEL BOARD Il consulente del fondatore e vicepresid­ente di Luxottica entrerà nel consiglio della holding che controller­à il nuovo colosso degli occhiali

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