Essilor-Luxottica, il mercato promuove il deal italo-francese
Giudizi positivi sull’operazione da analisti e banche d’affari In Borsa diminuiscono i volumi dopo il boom di lunedì
Nel day-after dell’annuncio del matrimonio tra Essilor e Luxottica la domanda rimbalzata dalle cronache alle sale operative, dagli ambienti politici alle chiacchiere da bar è stata: «Abbiamo venduto un pezzo di made in Italy ai francesi?». Oltralpe è successo lo stesso, perché a guardar bene i dettagli dell’operazione i francesi hanno avuto il timore che fossero gli italiani ad andare a comandare a casa loro, dal momento che la famiglia Del Vecchio sarà il primo azionista del nuovo gruppo con diritti di voto al 31 per cento. Il mercato, intanto, ha già digerito l’operazione, tanto che ieri i titoli hanno avuto un andamento ben più contenuto rispetto agli expoit di lunedì. A Piazza affari Luxottica ha chiuso le contrattazioni con una flessione dello 0,84% a 53,20 euro per azione, dopo il balzo dell8,25% della vigilia. Anche i volumi degli scambi hanno visto una normalizzazione, pur rimanendo doppi rispetto alla media degli ultimi sei mesi. Lunedì, invece, la notizia aveva prodotto in Borsa un’operatività straordinaria con volumi pari a 6 milioni di pezzi contro una media giornaliera di 1,2 milioni nell’ultimo semestre. A Parigi Essilor ha archiviato la seduta in positivo, mettendo a segno un progresso dello 0,57% a 114,20 euro per azione, dopo il +11,85% della vigilia. Anche in questo caso i volumi, seppur alti, hanno teso alla normalizzazione.
Per Essilor, in particolare, ieri sono arrivati una raffica di rating positivi da Kepler Cheuvreux a Natixis, da Exane Bnp Paribas a AlphaValue. Peraltro i target price sono anche di molto superiori al corso attuale, tra i 130 e i 135 euro ad azione. Più tiepidi gli esperti sul titolo Luxottica, per il quale prevalgono i giudizi “hold”, tenere, con una media dei target price in linea con gli attuali corsi di Borsacon l’eccezione di Goldman Sachs (57,80 euro), Raymond James (62 euro) e Equita Sim (59 euro).
Positivo, in generale, il giudizio sull’operazione: «I vantaggi saranno numerosi anche per il nuovo gruppo italo-francese che nascerà dall’operazione. Esso, infatti, avrà un alto grado di integrazione verticale, dalla produzione alla distribuzione, con la società italiana che possiede la più grande catena di vendita al mondo, e godrà di una forte posizione di vantaggio all’interno del settore dell’occhialeria, frutto dei punti di forza di Essilor (che può contare su economie di scala elevate) e di Luxottica (che invece ha un portafoglio marchi di grande valore)» scrivono gli analisti di Moorningstar. Sottolineano l’importanza dell’integrazione verticale anche gli analisti di Goldman Sachs: «EssilorLuxottica sarà un ampio e completo gruppo globale integrato nel settore dell’occhialeria, con una quota di mercato del 40% nelle lenti, del 10% nelle montature e dell’11% nel retail dell’occhialeria».
Poche le incognite ancora da chiarire dell’operazione. Sono attesi i via libera delle antitrust europea e americana, che non dovrebbero prevedere, secondo gli esperti, dismissioni rilevanti per i due gruppi. Inoltre l’integrazione non dovrebbe prevedere tagli, soprattutto occupazionali, secondo le rassicurazioni dello stesso patron Leonardo Del Vecchio. Se, poi, il rammarico è quello di perdere la società quotata in Borsa Italiana, non è ancora detta l’ultima parola. Proprio Del Vecchio ha sottolineato che il tema è ancora al vaglio della nuova formazione di management, che valuterà nei prossimi giorni cosa fare.