Ibm chiede 184 esodi, i volontari sono 137
I volontari pronti a uscire dietro incentivo sono 137 a fronte dei complessivi 184 esuberi previsti. Ma a complicare la trattativa ci si è messa la vicenda di 15 dipendenti che l’azienda vuole trasferire da Sud a Nord, con conseguente malcontento da parte dei sindacati. Chi dall’incontro di ieri in Assolombarda si attendeva l’accordo che chiudesse la vertenza Ibm sarà rimasto deluso: le parti appaiono ancora distanti, per cui bisognerà vedere cosa accadrà nel prossimo tavolo fissato per il 2 febbraio. La multinazionale americana dell’informatica ha trovato finora 137 volontari all’uscita incentivata, rispetto alle 184 posizioni della procedura di mobilità. La trattativa si stava arenando quando l’azienda ha provato a portare sul tavolo il trasferimento di 15 dipendenti da Sud a Nord. Decisiva, per il prosieguo del confronto, la scelta di non procedere unilateralmente ai trasferimenti. Quest’ultimo processo di riorganizzazione in Ibm tocca complessivamente 244 posizioni, comprendendo anche 60 dirigenti. L’azienda sta passando in rassegna venditori, programmatori, sistemisti, project manager e figure del supporto clienti. Come si legge nel testo della procedura, «in Italia il mercato digitale, fortemente improntato alle aree transnazionali tradizionali, ha registrato un trend nettamente negativo negli ultimi sette anni avendo perso complessivamente circa otto miliardi». Da qui la «necessità di adeguare i criteri di sostenibilità a quelli in essere nell’attuale mercato di riferimento». (Francesco Prisco)