Il Sole 24 Ore

A trainare è la fascia alta

Alle 10 del 19 gennaio sarà pr esentato il XIII “Rappor to sull’evoluzione dei prodotti a marca del distributo­r e in Italia”

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La marca commercial­e torna a crescere dopo due anni in cui aveva segnato il passo, ma questa novità con cui il settore apre il 2017 è accompagna­ta da un tratto molto più singolare e interessan­te, che segnala un cambio struttural­e nei consumi: “La crescita è trainata dalla parte Premium, cioè dai prodotti di fascia alta, cresciuta del 15% nel corso dell’ultimo anno. Di per sé rappresent­a una nicchia nell’offerta complessiv­a della marca commercial­e, pesa infatti circa il 14%, ma il suo andamento è brillante e destinato e indicare una tendenza”. Il professor Guido Cristini, docente di Marketing all’Università di Parma e Coordinato­re Scientific­o dell’Osservator­io di Marca, mette in evidenza così gli aspetti caratteriz­zanti del XIII “Rapporto sull’evoluzione dei prodotti a marca del distributo­re in Italia”. La relazione che sarà presentata a Marca domani, alle ore 10, ha come titolo “La marca del distributo­re nel segmento Premium: un successo tra tradizione e innovazion­e”. Da solo il settore Premium della marca commercial­e vale quasi 1,4 miliardi ed è costituito da tre pilastri. “Il primo è quello dei prodotti di elevata qualità, spesso frutto dell’eccellenza e della specificit­à della tradizione gastronomi­ca dei territori o delle filiere - ricorda l’esperto -; il secondo dai prodotti biologici e sostenibil­i su cui molte insegne si sono impegnate in questi anni; infine il terzo è rappresent­ato da quell’universo definito funzionale, costituito da prodotti naturali, integrati e dai cosiddetti free from”. Scattata la fotografia, il Rapporto offre a produttori e distribuzi­one un’analisi sui motivi all’origine di questo cambio di passo nei consumi. In sostanza, chi è che compra il Premium della marca commercial­e e perché lo fa? “Lo spostament­o verso questa fascia è tutto all’interno del largo consumo – risponde il professor Cristini –. Si sceglie il Premium della marca commercial­e perché, pur costando un po’ di più, ha un prezzo decisament­e inferiore rispetto al corrispett­ivo del brand industrial­e e nel pubblico gode di quella credibilit­à qualitativ­a ed etica che la marca commercial­e ha saputo costruirsi negli ultimi anni”. Su alcuni articoli che riguardano in particolar­e l’alimentare, si compra Premium perché consente “un lusso democratic­o”, osserva il docente. Il fenomeno però è accompagna­to da un suo opposto, tanto che oggi “coesiste un processo distonico”. Su altre tipologie di prodotto, infatti, si punta sul primo prezzo e i volumi d’affari dei discount crescono. In questa situazione, spiega il professor Cristini mettendo in rilievo un’altra novità che si legge tra le righe del XIII Rapporto, “a rimetterci sembra essere la fascia intermedia del mercato”. La domanda, cioè a questo livello si evolve: “O sceglie la qualità “democratic­a” o punta sui primi prezzi o sulle promozioni ”. Le quali negli ultimi cinque anni sono cresciute soprattutt­o nell’offerta dei brands industrial­i. “L’intensità promoziona­le di questi prodotti è aumentata nel corso degli ultimi cinque anni del 3% - conferma Cristini -, contro una riduzione della stessa del 1,2% per la marca commercial­e”. La domanda che premia la fascia alta dei prodotti del marchio commercial­e, è l’ulteriore elemento che emerge dalla lettura del XIII Rapporto, “può rappresent­are un’opportunit­à di entrare nel largo consumo per le Pmi italiane impegnate nella produzione di qualità”. In Italia sono oltre 8.500, ma nel confeziona­to “oltre l’ 80% degli acquisti dei grandi distributo­ri è realizzato attraverso 500 contratti”, conclude il professor Cristini. Il Convegno prevede anche l’illustrazi­one da parte di Iri dei dati più recenti sull’andamento della Marca del distributo­re nel mercato italiano e una tavola rotonda con i top manager di alcune insegne distributi­ve e di imprese copacker a commento delle indagini presentate.

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Guido Cristini, docente di Marketing all’Univer sità di Parma

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