Quei dubbi sulla scelta dei motori per i test
Dietro lo scontro Italia-Germania, carenze di entrambe le parti su scelta del campione e comunicazioni
Ce ne sono di dettagli che non convincono, a guardare i dati alla base dello scontro Italia-Germania sul dieselgate. Mostrano carenze di entrambe le parti e riguardano la scelta delle auto da sottoporre a test e le comunicazioni reciproche. Alla fine, non si capisce chi sia il “buono” e chi il “cattivo”.
L’Italia non fa una buona impressione per il suo report che è divenuto pubblico: provvisorio e poco curato, tanto da rendere difficile anche quale motore abbiano alcuni modelli testati. Ma, soprattutto, lascia perplessi il fatto che uno di quelli su cui si pone questo problema sia la Fiat 500L, provata col poco diffuso propulsore millesei. Ben più significativo statisticamente sarebbe stato il popolare milletre, che è anche il più critico sulle emissioni (i motori più piccoli richiedono investimenti proporzionalmente alti per i sistemi antinquinamento) ed è stato invece testato solo su Fiat Panda e Lancia Ypsilon (più leggere e quindi con minori emissioni).
Malafede? Non si sa, ma c’è stata un’altra scelta discutibile e ha favorito i tedeschi: delle Opel Astra (penultima serie), la Motorizzazione ha testato la rara duemila e non la millesette, il cui motore era di concezione antiquata.
Il quadro italiano è completato dal fatto che il richiamo Fca di febbraio 2016 (si veda Il Sole 24 Ore di ieri) non è stato pubblicato nell’Albo web ministeriale.
Sul fronte tedesco, spicca il fatto che i test abbiano riguardato un gran numero di vetture Euro 6, in mezzo alle quali le Euro 5 (al centro dello scandalo Volkswagen) si perdono un po’ (per esempio, c’è una sola Audi Euro 5). Inoltre, da Berlino sono arrivate accuse di mancate risposte che tra l’altro hanno reso impossibile concordare incontri fra le parti. Ma a Roma alcune richieste non erano arrivate per tempo e alcune risposte sono state ignorate dai tedeschi.
Senza contare che negli ultimi anni le autorità tedesche hanno molto difeso comportamenti della loro industria (Mercedes) discutibili in materia di ambiente e sicurezza: nel 2013 hanno sostenuto il rifiuto di eliminare il gas R134 che la Ue ha bandito dai climatizzatori e nel 2016 hanno contrastato i controlli italiani sulle bombole per metano in materiale composito che tendono a cedere.