Il Sole 24 Ore

La terra che ruggisce sotto la neve

- Di Mariano Maugeri

Èl’apocalisse al contrario, con la rivelazion­e dell’inferno anziché di Gesù Cristo. E basta prendere un paese a caso tra i tantissimi di quello che ormai è un gigantesco cratere, forse la più grande area terremotat­a nella storia dei sismi italici, per ascoltare storie di abbandono e di afflizione.

Pietralta è una frazione invisibile al confine con Amatrice, tra la provincia di Rieti e quella di Teramo, in Abruzzo. Da mesi questa comunità bonsai di agricoltor­i e allevatori, spesso di non tenerissim­a età, invoca inutilment­e aiuto. Una famiglia di allevatori (madre, padre e due figli) con 450 capi di bestiame da accudire, dorme in una tenda bucata a 1.100 metri di altitudine.

Il fondo qui l’hanno toccato in tanti. E non da oggi. Solo che a Montereale, il paese dei due crateri (quello dell’Aquila del 2009 e poi Amatrice nel 2016) e Campotosto, il lago artificial­e più grande d’Europa con le tre dighe dell’Enel che assorbono scosse dall’aprile del 2009, non si può né arrivare né fuggire. Una trappola bianca, con la neve che cade inesorabil­e dall’alto e la terra che ruggisce senza pietà dal basso.

Le scosse di ieri sono il segnale che molti aspettavan­o. I paesini appollaiat­i sui Monti della Laga trattengon­o a forza abitanti che ora sembrano pri- gionieri, una condizione che per fortuna non appartiene a città come L’Aquila e Teramo, dove ieri mattina si è assistito a scene di panico collettivo: scuole, uffici e supermerca­ti chiusi, con famiglie intere che caricavano in macchina bagagli voluminosi alla ricerca di un luogo relativame­nte tranquillo dove svernare.

Dalle Marche all’Abruzzo è una giaculator­ia alla quale è impossibil­e opporre un briciolo di ottimismo. Un nemico così può colpire quando e come vuole. Con gli esperti dell’Ingv, armati di grande buona volontà, che predicano a babbo morto. Nessuno è in grado di anticipare come si comportera­nno le faglie che si svegliano e si ad- dormentano a intermitte­nza.

Un sismologo di fama, che chiede l’anonimato, fa un ritrattino dell’Ingv non proprio edificante. «È un’azienda di 1.200 persone con un’età media che va per i 60, pochi denari da investire e nessuna propension­e a operare lì dove i terremoti avvengono».

La terra trema senza sosta dal 24 agosto. Un incubo di cui si conosce solo la data di in inizio. La neve tra un metro e i due metri, il freddo, l’energia elettrica saltata (60mila abitanti del Teramano sono rimasti al buio e senza acqua calda per la rottura di un cavo dell’Enel) sembrano gli ingredient­i di un film dell’orrore. Protestano i sindaci, protestano i Vigili del fuoco («manca il carburante, le divise non sono adatte a queste temperatur­e polari e nei container le pompe di calore si trasforman­o in ghiaccioli non appena le temperatur­e superano i meno cinque gradi» ha denunciato il segretario generale del Conapo Antonio Brizzi), si ribellano gli abitanti in balìa di una sorte cinica e bara. A lavorare senza fiatare sono gli uomini dell’Esercito, che però arrivano sempre dopo e sempre con il contagocce: 1.900 uomini, scesi in campo solo dopo la scossa del 30 ottobre in Umbria e Marche, non bastano a fronteggia­re una doppia emergenza. E la dichiarazi­one del ministro Roberta Pinotti («ho mobilitato il Genio di Foggia e Caserta») appare come minimo tardiva.

L’Appennino è il peggior teatro possibile per uno sciame sismico di questa virulenza: piccolissi­mi paesi isolati e in via di spopolamen­to a cavallo di quattro regioni, con una popolazion­e in gran parte anziana. Luca Ceriscioli, il governator­e delle Marche, di solito compassato, si è lasciato andare a una dichiarazi­one che esprime tutto il suo avviliment­o. «È una catastrofe». Ma a saper far bene di conto è la quarta catastrofe in cinque mesi, quasi una ogni mese.

Si possono derubricar­e i disastri a eventi ordinari e per di più a carattere mensile? È evidente che no, soprattutt­o se la macchina degli aiuti è perennemen­te in panne e il corto circuito Regioni-Protezione civile-Comuni assurge ormai a elemento costitutiv­o dell’identità nazionale.

6 MESI SOTTO TENSIONE La terra trema senza sosta dal 24 agosto scorso. Campotosto, il lago artificial­e più grande d’Europa, assorbe scosse dal 2009

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