Nuova «mazzata» per 10mila imprese
Sono in tutto 370mila le attività produttive dell’area, con 74miliardi di Pil e 1,3 milioni di occupati
Si allarga il cratere del sisma. E rischia di diventare ancora più profonda la ferita che ha già colpito l’ economia a Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo dopo le forti scosse prima del 24 agosto e poi del 30 ottobre che hanno messo spesso in ginocchio molte realtà produttive. Fino a ieri quando la terra è tornata a tremare assestando una nuova pesante mazzata a territori già prostrati da giorni per l’emergenza meteo. Dieci le province toccate - chi più chi meno - in questi 5 mesi di incubo. Se sono oltre 10mila le imprese coinvolte più direttamente (una conta destinata a salire) con danni più o meno pesanti, i disagi e gli effetti negativi si sono fatti sentire in tutto questo ampio fazzoletto d’ Italia dove il sistema produttivo è rappresentato da un incredibile mix ricco e variegato che mette insieme manifattura d'eccellenza - come quella dei distretti industriali di Umbria e Marche -a fianco a medio, piccole e micro aziende, anche queste mol-tospess od’ eccellenza, nei settori dell’ agroalimentare, della valorizzazione del territorio e del turismo, come quelle abruzzesi e del Nord del Lazio. L’effetto sisma ha fatto per esempio già pagare un conto salatissimo al turismo, anche in zone lontane da epicentri e “zone rosse”, con un forte crollo degli arrivi.
Qui tutto il bacino produttivo delle dieci province più coinvolte - da Ancona a Chieti, da Fermo a Rieti - conta quasi 370mila imprese, occupa quasi 1,3 milioni di persone e produce 74 miliardi di Pil, con un export che ne vale 19 di miliardi. Qui la voce delle imprese si è fatta sentire forte in questi mesi e anche nei giorni scorsi quando il gelo ha peggiorato ancora di più la vita di queste aziende: le richieste sono quelle di non perdere altro tempo, di non spopolare le aree intorno alle aziende e di far arrivare al più presto, senza burocrazie, gli incentivi per chi ne avrà diritto o i moduli abitativi per chi non vuole lasciare quello che è rimasto della loro casa.
Mancano poi ancora all’appello in molte zone le stalle mobili promesse per le tante aziende agricole colpite dal sisma e che spesso sono il fiore all’occhiello del nostro made in Italy. Ieri sono crollate altre stalle in questa trincea fatta di allevatori che non hanno potuto abbandonare il bestiame dopo i primi dueterremotiechegiàdagiorni lottavano anche con cumuli di neve alti fino a 3-4 metri. «Verificheremo l’effetto delle nuove scosse che, in combinazione con le nevicate dell'ultima settimana, hanno ulteriormente aggravato il quadro», ha assicurato ieri il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina rispondendo al question time alla Camera. «Da agosto sono stati adottati due decreti legge d’urgenza e diverse ordinanze per la ricostruzione - ha aggiunto Martina - puntando a coniugare massima trasparenza della spesa pubblica e semplificazione delle procedure». Per ottimizzare i tempi il Commissario straordinario del Governo, Vasco Errani, ha autorizzato le singole imprese danneggiate ad acquistare e realizzare direttamente le opere necessarie per il ricovero, l’alimentazione e la mungitura degli animali, per la conservazione del latte e la ricostruzione di fienili e depositi. «La copertura della spesa è a caricodelCommissarioeleaziende non sono tenute ad anticipare i costi», ha aggiunto Martina. Ma gli sforzi del Governo finora si sono visti troppo poco.
Confindustria già da diverse settimane collabora con la Protezione civile -a dicembre è stato siglato anche un protocollo - nei luoghi colpiti dal terremoto attraverso il «Pge» (il Programma gestione emergenze) un progetto operativo che collega l’offerta di donazioni – non solo denaro, ma anche beni messi a disposizione dalle aziende – e la domanda di chi è stato colpito dal sisma. Già 200 aziende hanno aderito e «dall’inizio delle emergenza non ci siamo mai fermati, in questi giorni consegneremo 15 moduli ad aziende, cittadini e istituzioni», avverte Roberto Cardinali che coordina la task force nazionale del Pge. «Ieri abbiamo consegnato anche il sale per le strade bloccate dalla neve», aggiunge Diego Mingarelli presidente di Piccola industria Marche e membro del Pge.