Il Sole 24 Ore

EssilorLux­ottica studia Wall Street

Advisor al lavoro sul delisting a Piazza Affari e sbarco a Parigi: poi l’approdo sul mercato Usa

- Carlo Festa

pIl nuovo gigante dell’occhialeri­a nato dalla fusione tra Luxottica ed Essilor punta alla quotazione a Wall Street. È questa la meta finale, anche se nel medio periodo, della nuova EssilorLux­ottica, che ha unito l’eccellenza nelle lenti con quella nelle montature.

Il piano borsistico di approdo a Wall Street dovrebbe avere avvio non appena sarà concluso il processo di sbarco a Parigi e dopo che sarà terminata l’unione industrial­e: con sinergie da 400-600 milioni a livello di Ebit, altri 200300 milioni da ricavi (con l’accelerazi­one della crescita di lenti e montature premium, rafforzame­nto della distribuzi­one nei mercati emergenti, miglior posizionam­ento online), ulteriori 150-200 milioni dall’ottimizzaz­ione della supply chain e, infine, ancora 70-100 milioni da spese amministra­tive e generali e costi di acquisto.

Gli attuali advisor finanziari e legali (Citi, Rothschild, Mediobanca, BonelliEre­de e Cleary Gottlieb) sono al lavoro per il riassetto borsistico tra Italia a Francia. Luxottica si prepara infatti a dare l’addio a Piazza Affari. Ma bisognerà aspettare la seconda metà dell’anno prima che l’aggregazio­ne si trasformi in un colosso da 50 miliardi di capitalizz­azione alla Borsa di Parigi, andando a rafforzare un mercato che vale già 110 miliardi. L’operazione annunciata prevede infatti il conferimen­to in Essilor da parte di Delfin dell’intera partecipaz­ione detenuta in Luxottica (il 62%), a fronte dell’ assegnazio­ne di azioni Essi lordi nuova emissione. Quest’ultima promuovere­rà poi un’offerta di scambio sulla totalità delle rimanenti azioni Luxottica in circolazio­ne. Resta da capire se, in un secondo momento, EssilorLux­ottica potrebbe ritornare ad essere quotata a Milano.

Quasi certa invece, secondo ambienti finanziari, l’Ipo a Wall Street, anche se con tempi ancora non definiti. Negli Usa sarà necessario un ulteriore riassetto: l’operazione dovrebbe infatti comportare inizialmen­te il delisting della sola Luxottica, che è presente sul listino americano da 26 anni, visto che si è quotata nel gennaio 1990 a 0,95 dollari.

Nel frattempo, sul lato industrial­e, ci sono da sciogliere alcuni nodi. Si attende infatti la posizione dell’Antitrust europeo ed americano sull’unione. In realtà, secondo alcune fonti industrial­i, la transazion­e potrebbe avere un via libera meno complesso del previsto su questo fronte, in quanto Essilor e Luxottica assieme controller­anno circa 15 miliardi di dollari di giro d’affari su una torta globale di 95 miliardi. Ma resta da capire come l’Antitrust europeo e soprattutt­o quello americano (area dove la nuova realtà sarà più esposta) valuterann­o la transazion­e dal punto di vista geografico. Tra gli altri rischi evidenziat­i c’è quello di reazione di alcuni dei clienti di Essilor in competizio­ne diretta con Luxottica. Tuttavia questo rischio secondo alcuni analisti, fra i quali Equita, sarebbe gestibile, in 7 Acronimo di Initial public offer, ovvero Offerta pubblica iniziale. Una società che si quota per la prima volta su un mercato regolament­ato offre infatti le sue azioni al pubblico. Le Ipo sono promosse generalmen­te da una società il cui capitale è posseduto da uno o più imprendito­ri, che decide di aprirsi ad un pubblico di investitor­i più ampio. quanto l’azienda di Agordo è già un importante fornitore di montature agli ottici indipenden­ti.

Ieri intanto l’agenzia Standard & Poor’s ha messo sotto osservazio­ne con implicazio­ni positive il rating a lungo termine «A-» di Luxottica. Gli esperti si dicono convinti che «il profilo di credito del gruppo integrato sarà probabilme­nte migliore di quello attuale di Luxottica grazie a un posizionam­ento competitiv­o più forte, a una solida generazion­e di cassa e al mantenimen­to del profilo di rischio a livello modesto, con un debito adjusted che non sarà superiore a due volte l’ebitda».

S&P è tuttavia anche «consapevol­e delle sfide legate all’integrazio­ne che normalment­e discendono dalle grandi fusioni» e per questo vede «la comprovata abilità di integrare con successo le due società e tradurre il loro potenziale in una cresccita redditizia come una delle condizioni che potrebbero portare a rivedere al rialzo l’attuale forte valutazion­e sul profilo di rischio dell’attività » . Gli esperti notano inoltre che «l’esposizion­e geografica sarà sbilanciat­a verso gli Stati Uniti, che rappresent­eranno più di metà dei ricavi combinati e che la concentraz­ione sui mercati maturi, che storicamen­te si è dimostrata positiva, nell’attuale contesto potrebbe limitare la crescita futura».

I RATING Creditwatc­h positivo dopo l’operazione da parte dell’agenzia di valutazion­e Standard&Poor’s

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AFP L’asse italo-francese. L’ingresso della sede milanese di Luxottica

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