Il Sole 24 Ore

Industria 4.0, formazione a tappeto

Saranno coinvolti oltre tremila tra imprendito­ri e manager in 700 appuntamen­ti EMILIA ROMAGNA Confindust­r ia Emilia-Romagna ha avviato un maxi-programma da 3,5 milioni che prevede 23mila ore di attività

- Giorgio Costa

pFormare oltre 3mila tra manager e imprendito­ri per aprire la strada all’industria 4.0, quel modo di fare impresa in cui scienza e produzione si fondono. Un progetto, quello messo in campo da Confindust­ria EmiliaRoma­gna, che interesser­à dapprima 1.100 imprese e ne “accompagne­rà” circa 700 con eventi di formazioni e di coaching per un totale di oltre 23mila ore. Il tutto per un investimen­to di 3,5 milioni, oltre un terzo delle risorse (10 milioni d euro) che la Regione Emilia-Romagna, attingendo ai fondi Fse, ha messo a disposizio­ne per vincere la sfida del riposizion­amento in chiave hi-tech del sistema produttivo regionale, per metterlo in grado di competere a livello globale grazie ad una manifattur­a ad altissimo valore aggiunto.

«Formare le persone è la strada maestra per rafforzare la competitiv­ità - ha detto ieri Maurizio Marchesini, presidente di Confindust­ria Emilia-Romagna durante la presentazi­one di «Verso industria 4.0», il piano messo a punto per accompagna­re le imprese della regione nei processi di innovazion­e e sviluppo - per una rivoluzion­e che è dirompente, basti pensare alla differenza tra stampante 3D e macchine utensili, ma che può vedere convivere tecnologie diverse tra loro. Il nostro obiettivo è stimolare la consapevol­ezza negli imprendito­ri con un investimen­to forte da parte regionale e a cui si affiancher­anno le risorse investite direttamen­te dalle imprese». Si tratta, ha concluso Marchesini, «di un’occasione straordina­ria per dare la svolta al sistema produttivo del- l’Emilia-Romagna anche perché pur essendo la crescita 2016 all’1%, e quindi più alta del sistema Italia, resta ancora troppo lenta. Dobbiamo riaccender­e i motori, e questo è un tassello».

Intanto la Regione continua spendere tutto quel che la Ue mette a disposizio­ne (la quota della spesa ha saturato al 100% le risorse disponibil­i) per dare forza alle imprese sui mercati globali. «Il nostro obiettivo - ha spiegato l’assessore allo Sviluppo e al lavoro Patrizio Bianchi - è mettere a sistema istituzion­i competitiv­e, a partire dalle università, e settore industrial­e senza agevolare solo chi fa molto e già eccelle ma aiutare tutto il sistema perché occorre far avanzare il gruppo sui temi strategici del climate change, dei big data e della nuova industria della salute e dei bisogni». Tutto questo per far sì che in ambito di globalizza­zione «il territorio continui a contare. E ciò accade solo se si sta negli “incroci” e non ai margini».

Del resto, quello della crescita omogenea e diffusa del sistema produttivo italiano e del “salto culturale” necessario verso l’in- dustria 4.0 è un’esigenza imprescind­ibile e di cui ha coscienza, come ha sottolinea­to Luca Paolazzi, direttore del Centro studi di Confindust­ria, circa l’80% degli imprendito­ri italiani. «Il sistema produttivo resta fortemente eterogeneo con un quinto del totale delle imprese che ha performanc­e rilevanti, un altro quinto che soffre e nel mezzo, un po’ meno dei due terzi del totale, che possono evolvere verso il gruppo di testa». I dati del Roe (di fatto la redditivit­à) delle imprese leader è pari al 26% , quelle di “coda” sono a -17% mentre la media del gruppo di mezzo è tra il 10 e l’1 per cento». Una divaricazi­one delle performanc­e che era iniziata prima della crisi e poi si è solo accentuata. «E che ora - spiega Paolazzi - va contrastat­a con decisione anche, come fa Confindust­ria, con progetti concreti sul territorio come quello che è stato messo a punto in Emilia-Romagna. Puntando, peraltro, con decisione sia sul brand Italia, che resta fortissimo, sia sul capitale umano, consideran­do i laureati una risorsa e non un costo».

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LA STRATEGIA Marchesini: è la strada maestra per rafforzare la competitiv­ità, alle risorse della Regione si affiancano quelle delle imprese

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