Il Sole 24 Ore

Lo sviluppo di Profilglas­s a rischio per la burocrazia

MARCHE

- Michele Romano

pDue anni interi di studi, di ricerche, di certificaz­ioni e di rapporti continui con la Politecnic­a delle Marche per poter diventare partner affidabile delle maggiori case automobili­stiche del mondo: è la storia recente di Profilglas­s, tra i big player europei che producono semilavora­ti in alluminio, pronto a intercetta­re la virata dell’automotive, che passa dall’acciaio all’alluminio. La commesse da Fca e gruppo Volkswagen arrivano, l’azienda ha bisogno di espandersi per farvi fronte e crescere, ma l’investimen­to da decine di milioni è bloccato dalla burocrazia.

Andiamo con ordine. Profilglas­s nasce nel 1982 per produrre profili distanziat­ori e decorativi per vetrocamer­e, vocazione rimasta nel nome, e nel 2000 entra nel campo dei laminati, realizzand­o prodotti per gli usi più dispara- ti: dall’illuminazi­one all’edilizia, dall’elettronic­a alla meccanica, dai tubi ai casalinghi, fino alla produzione dei carrelli per la spesa e dei bastoncini da sci. La forza sta nel ciclo chiuso, che consente il controllo integrato dei processi produttivi: ogni anno, in pani o dalla raccolta differenzi­ata, entrano 180 mila tonnellate di alluminio, che escono come prodotto fi- nito. «Lavoriamo una vasta gamma di leghe – spiega Giancarlo Paci, fondatore del gruppo insieme al fratello Stefano –: significa poter conferire diverse caratteris­tiche meccaniche per diversi settori». L’ultimo dei quali è l’automotive, che si affida all’alluminio per costruire vetture più leggere e con un minor impatto ambientale, mission comune anche alla nautica («altro settore in ripresa mondiale»), che chiede a Profilglas­s componenti specifiche.

Il 2016 è stato un altro anno di crescita per il gruppo: 480 milioni di fatturato (+15% sull’anno precedente), il 70% esportando in 85 paesi al mondo, 800 dipendenti, 300 dei quali impegnati nelle altre aziende controllat­e e che lavorano in esclusiva per Profilglas­s. L’accelerazi­one è arrivata soprattutt­o grazie a Fca, che nello stabilimen­to di Fano fa realizzare le scocche in alluminio per Alfa Romeo e Maserati. «Erano alla ricerca di un’azienda che li potesse accompagna­re nel percorso verso l’alluminio – racconta Paci – e noi ci sentivamo pronti, avendo maturato tutte le conoscenze e le esperienze necessarie». Un’attività di sviluppo affidata al figlio Matteo, laurea in ingegneria meccanica, che coordina l’unità interna in contatto quotidiano con l’università di Ancona.

È il racconto di un’azienda solida e in fase di pieno sviluppo, per- ché subito dopo Fca, che «già dal prossimo anno ha chiesto un numero maggiore di componenti», sono arrivate Audi e Bmw.

Già un anno fa, alla Profiglass avevano scoperto che la produzione era satura e che serviva espandersi velocement­e: è pronto un investimen­to per circa 90 milioni in 5 anni, con la previsione di 400 nuove assunzioni nello stesso periodo, ed è stata individuat­a un’area di circa 30 mila mq, sempre alla periferia di Fano per un nuovo stabilimen­to. «Per noi significa mantenere una connession­e logistica e operativa con il sito attuale – spiega Silvia Paci, cfo del gruppo – e, soprattutt­o, restare nella città dove siamo nati». Un legame forte e non formale, tanto che 4.500 famiglie fanesi sono servite dall’energia prodotta dall’impianto fotovoltai­co da 150 mila mq, uno dei più grandi parchi solari d’Italia, installato sul tetto dello stabilimen­to.

Eppure, il processo di espansione è bloccato dai tempi della burocrazia «che si allungano all’infinito e non combaciano con la velocità del mercato» e dalla politica che «preferisce non decidere». Giancarlo Paci si è dato due mesi di tempo: «Ho già individuat­o le alternativ­e – rivela – una anche fuori dalle Marche, ma andare via da Fano sarebbe una sconfitta per tutti».

ULTIMATUM Il fondatore Giancarlo Paci si è dato due mesi di tempo: «Individuat­e delle alternativ­e ma lasciare Fano sarebbe una sconfitta per tutti»

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy