Il Sole 24 Ore

La Corte Ue dà il via libera agli incentivi per l’energia

- Laura Cavestri

pLe agevolazio­ni sui consumi elettrici di cui godono le imprese energivore (dalla siderurgia alla ceramica, dalle concerie alle cartiere), cioò quelle a forte consumo di energia, possono essere limitate al solo settore manifattur­iero. La normativa italiana – che recepisce la direttiva europea sulla tassazione elettrica (2003/96/Ce) è – dunque – perfettame­nte in linea con le regole Ue, anche se così preclude la possibilit­à alle imprese operanti in altri settori non manifattur­ieri di accedere alle agevolazio­ni.

La sentenza emessa ieri dai giudici di Lussemburg­o si riferisce a una causa(C-189/15) che ha opposto l’Istituto di ricovero e cura a carattere scientific­o - Fondazione S. Lucia e la Cassa Conguaglio per il Settore Elettrico.

Secondo un decreto ministeria­le del 2013, spetta, infatti, all’Autorità per l’Energia (Aeeg) ridefinire i corrispett­ivi a copertura degli oneri generali di sistema, limitando i benefici alle sole imprese energivore del settore manifattur­iero. Il caso era stato sollevato, appunto, da un ente sanitario e il Consiglio di Stato aveva chiesto, in via pregiudizi­ale, se la normativa italiana era in linea con gli obiettivi della direttiva.

I giudici di Lussemburg­o, prima di tutto, chiariscon­o che gli importi dovuti possono avere natura di imposte indirette . Anche perchè le somme raccolte possono coprire non solo costi di produzione e distribuzi­one dell’elettricit­à ma anche costi legati a obiettivi d’interesse generale (promozione delle energie rinnovabil­i, efficienza energetica, sicurezza nuclea- re). Di conseguenz­a, la loro riduzione (o l’esonero di alcune categorie di imprese) dal pagarle avrebbe natura di agevolazio­ne (sgravio) fiscale

Tuttavia, il fatto che solo alcune imprese (le manifattur­iere), a differenza di altre (i servizi sanitari), siano beneficiar­ie della riduzione fiscale «non è contrario alla direttiva 2003/96, che consente agli Stati membri di riconoscer­e gli incentivi solo ad alcune imprese energivore, a seconda del loro settore, concretame­nte individuat­o».

La Corte, tuttavia, rileva che si tratta di verificare se una tale norma nazionale «selettiva» costituisc­a un aiuto di Stato. Ma di accertare questo, i giudici Ue non sono stati al momento investiti.

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