L’uomo Valentino come un gentleman anticonformista
Piccioli unico direttore creativo
p «Punk oggi è scegliere l’individualità come valore, non le forme del punk» dice Pierpaolo Piccioli pochi minuti prima dello show uomo di Valentino, il suo primo come unico direttore creativo della maison. L’occasione è fausta: il nuovo inizio invita a una ridefinizione dell’uomo Valentino, che da ultimo si era un po’ perso tra le pieghe di un intenso decorativismo, indeciso tra le farfalle, i ricami e il camouflage. Che infatti, prontamente, sono bruciati via, insieme a ninnoli, chincaglierie e gentili ambiguità.
Concentrato e leggero, guidato da un ineffabile spirito di sintesi, Piccioli edita, ripulisce, asciuga, senza rinuciare alla poesia e alla delicatezza, e riavvia tutto proprio all’inizio. Ovvero, parte dalla figura del gentleman, inteso non come esemplare azzimato di eleganza vetusta ma proprio come gentle-man, ossia uomo gentile, e intorno costruisce tutto un sistema estetico fatto di sottili distorsioni del classico di ascendenza inglese. Sono gentili i ragazzi, tutti con il berretto, il papillon sottilissimo e le scarpe da running - che finiscono persino sotto lo smoking - e sono gentili gli abiti che portano: cappotti che si scostano dal corpo e crombie asciutti come un segno di matita; cappe dalla solenne nonchalance e piccoli bluson; camicie con il plastron e maglioni di shetland.
E il punk, in tutto questo? C’è, e pure parecchio, e non solo per la collaborazione con Jemie Reid - l’autore delle indimenticabili copertine dei Sex Pistols - i cui slogan fatti di ritagli diventano il pretesto per superlativi tour de force di intarsio couture. Sono punk i colori disturbanti, presi a prestito dalla tavolozza allucina- ta di Francis Bacon e combinati a istinto ignorando regole e protocolli. È punk la sedizione sottile che scombina e scompagina gli equilibri, rinunciando però al vetriolo e alle borchie. È punk, soprattutto, l’urgenza di essere se stessi, di non conformarsi. È però un punk delicato e poetico, ed è qui lo scarto progressivo. «Penso che la gentilezza oggi sia la vera ribellione - conclude Piccioli -. Mi trovo in una posizione nuova all’interno della maison, che da una parte mi fa sentire più esposto e vulnerabile, ma che dall’altra mi consente un approccio meno filtrato e più emozionale». L’emozione arriva dritta dall’autore al pubblico, suggellando un ottimo inizio.