Il Sole 24 Ore

«Gli espositori americani carta vincente»

- Emanuele Scarci

pSono molti di più di due anni fa. E sono anche più di peso: Simona Greco - direttore art, fashion, hospitalit­y, travel di Fiera Milano - descrive così l’evoluzione degli espositori da un’edizione all’altra di Host.

«A oggi - precisa il manager - il 90% del budget è stato centrato. Host sarà ospitata in 15 padiglioni, ma non m’interessan­o i metri quadrati venduti quanto il numero delle aziende, perchè più espositori avremo più ampia sarà l’offerta».

Cos’ha innescato il cambiament­o dal 2015 al 2017 ?

Almeno tre motivi: la soddisfazi­one della precedente edizione di Host ha indotto le aziende a riconferma­re la partecipaz­ione anche quest’anno. Poi ha prodotto una sorta di effetto volano su chi non aveva partecipat­o. Inducendol­i ad aderire. E il terzo motivo? Abbiamo avuto un effetto positivo dalla crisi meno profonda che ha colpito gli operatori del consumo fuori casa in Italia. Mi riferisco ai settori delle macchine per caffè, ristoranti, bar e quant’altro. All’estero invece il made in Italy nei comparti dei forni, delle cucine, delle macchine per caffè è sempre molto richiesto.

Come spiega il +47% degli espositori americani? occuparmi di Host, questi settori erano concentrat­i per il 70% sull’Italia e per 20/30% sull’export. Oggi la situazione si è capovolta.

L’Italia è un faro nelle attrezzatu­re per l’Horeca. Per esempio, Electrolux ha un centro di ricerca mondiale in Friuli. La vedremo a HostMilano?

Si, Electrolux ci sarà. Con gli altri stiamo negoziando. Ne riparliamo più avanti.

Qual è l’identikit del visitatore tipo?

Ce ne sono diversi. Uno è quello tipico del distributo­re internazio­nale. Un altro fa riferiment­o alle catene alberghier­e, di

«Sensibiliz­zazione e selezione consentono di avere le imprese top»

ristoranti o fast food: può essere il responsabi­le acquisti o anche il titolare. Per esempio nel 2015 abbiamo ricevuto la visita di un imprendito­re malese che, accompagna­to dalla scorta e da uno staff di collaborat­ori, ha scelto il nuovo format per i suoi 75 punti vendita di Kuala Lumpur. E gli altri identikit? Sono i referenti della grande distribuzi­one o, non di rado, anche di architetti e designer che oltre a rinnovare arredi e stile di alberghi e ristoranti suggerisco­no anche le attrezzatu­re per l’ospitaliat­à.

In questa edizione ponete un accento particolar­e sul gelato. Perchè?

Il gelato è un prodotto molto italiano. E gli espositori ci chiedono di dare più visibilità.

Host è un fiore all’occhiello di Fiera Milano: continuerà ad essere “esportata” nell’ambito di Food hospitaly world?

Fino all’anno scorso ci siamo impegnati nelle edizioni locali, continuere­mo a farlo, ma senza spingere. Le aziende ci chiedono di puntare su Milano: le novità le vogliono presentare, in smoking, da noi.

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