Il Sole 24 Ore

Doppio colpo diplomatic­o della Svizzera con Pechino

- Di Lino Terlizzi

Nello scenario dello scontro tra il colosso americano e quello cinese sulla questione del libero scambio, brilla per ora per la sua assenza lo stato maggiore europeo, in altre faccende affaccenda­to. E nel vuoto europeo che si è prodotto si è infilata la piccola e ricca Svizzera, che di fatto si è avvicinata a Pechino con un doppio colpo diplomatic­o dai risvolti economici. Berna è infatti riuscita a far venire Xi Jinping in visita ufficiale nella Confederaz­ione proprio nei giorni scorsi, prima dell’inizio del Forum economico mondiale nella cittadina grigionese di Davos. E ha poi fiancheggi­ato il presidente cinese all’apertura ufficiale del Forum stesso, con la presidente elvetica Doris Leuthard che ha parlato prima del leader di Pechino.

La Svizzera ha fatto due anni fa un accordo di libero scambio con la Cina, che ha poi sviluppato con nuove intese a lato. Gli ultimi tasselli in ordine di tempo sono stati aggiunti proprio nei giorni scorsi durante la vista di Xi Jinping a Berna. Il presidente cinese d’altronde all’apertura del Forum ha ribadito la posizione di Pechino, favorevole alla globalizza­zione e al libero scambio, capitoli che sono invece nel mirino degli Usa di Donald Trump. Non c’è bisogno di grandi analisi per vedere come la Svizzera si sia di fatto seduta da questo punto di vista al tavolo della Cina, pur senza attaccare esplicitam­ente le dichiarazi­oni protezioni­stiche di Trump. Gli attacchi non fanno d’altronde parte della tradizione elvetica, caratteriz­zata dalla neutralità e della diplomazia. Ma se gli attacchi cerca di evitarli, Berna comunque dice qualcosa sull’altro versante, con l’accoglienz­a e l’avviciname­nto.

«A livello mondiale si sta producendo indubbiame­nte una situazione abbastanza strana – dice Monika Rühl, direttore generale di Economiesu­isse, la federazion­e delle imprese elvetiche – con il nuovo presidente americano che si pronuncia contro lo sviluppo della liberalizz­azione degli scambi e la Cina che di contro conferma la sua linea positiva su questa. La Svizzera è rimasta favorevole a una strategia di libero scambio, quella che l’ha portata a fare accordi con molti Paesi nel mondo, Cina inclusa, e che l’ha portata anche a sostenere gli accordi bilaterali con l’Unione europea. Proseguiam­o in questa linea ed effettivam­ente la visita di Xi Jinping e il suo intervento qui a Davos sono stati passi significat­ivi».

Gelosa della sua assoluta sovranità politica, che l’ha condotta anche a non entrare nell’Unione europea, ma al tempo stesso sostenitri­ce dell’apertura economica. Il binomio di fondo della Svizzera è questo. Un binomio che la porta ad avere talvolta contrasti con i vicini della Ue ma che le consente di essere in prima fila quando si tratta di criticare il protezioni­smo e di difendere gli aspetti positivi della globalizza­zione economica. Come sta accadendo in questi giorni.

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