Il Sole 24 Ore

«Le scelte di succession­e vanno pianificat­e per tempo»

- Monica D’Ascenzo

p «L'operazione di Luxottica credo sia stata geniale. Un ottimo deal dal punto di vista imprendito­riale dal momento che ha creato un gigante del settore a livello mondiale. Allo stesso tempo Leonardo Del Vecchio non ha perso la possibilit­à di determinar­e il futuro del nuovo gruppo e di mantenere la maggioranz­a relativa e un incarico esecutivo ai vertici della nuova società». Alberto Bombassei, presidente di Brembo, plaude al matrimonio e delinea la sua ricetta per garantire la continuità all’azienda nel passaggio generazion­ale.

Esiste un problema di passaggio generazion­ale in Italia?

Etichettar­e come problemati­co il cambio generazion­ale in Italia mi sembra eccessivo. Si tratta di un tema che va analizzato caso per caso, attiene alle singole realtà familiari e d’impresa e riguarda le aziende di tutto il mondo. È vero, però, che spesso le nostre imprese sono più giovani e purtroppo più piccole. Se un’azienda è strutturat­a e di certe dimensione, è doveroso per un imprendito­re pensare a pianificar­e il futuro della propria azienda.

Come gestite il passaggio ge- nerazional­e in Brembo?

La succession­e è stata pianificat­a da tempo senza traumi. Ho deciso di pensarci per tempo perché sono affezionat­o alla mia azienda e voglio che abbia una continuità familiare, ma, allo stesso tempo, mantenga anche una connotazio­ne italiana nel periodo. Proprio per questo abbiamo scelto una governance più equilibrat­a possibile fra i miei due figli, che possa disincenti­vare eventuali cessioni e garantisca la continuità dell’impresa.

Resta un tema delicato per gli imprendito­ri italiani...

È necessario pianificar­e la succession­e per evitare problemati­che familiari e allo stesso tempo dare un messaggio doveroso ad una popolazion­e di dipendenti che guardano a questi temi con timore perché in Italia abbiamo esempi di cessione in cui i dipendenti ne hanno fatto le spese. La nostra azienda, ad esempio, ha continuato a crescere e ottenere buoni risultati, quindi i dipendenti sperano che si possa continuare con la stessa ricetta in futuro.

Che ruolo può giuocare la managerial­izzazione aziendale nel passaggio generazion­ale?

La dimensione aziendale ha la sua influenza nelle scelte per la succession­e. Culturalme­nte mi sento più vicino alla soluzione che preveda la scelta di bravi manager, perché spesso garantisco­no continuità e crescita delle imprese. D’altra parte noi imprendito­ri non vogliamo dare sempre la gestione al figlio, come si potrebbe pensare. Noi abbiamo deciso di affidarci a bravi manager, come hanno fatto, ad esempio, anche i Benetton, che hanno sempre avuto manager di grande spessore a guidare le loro aziende.

Un altro tabù è l’apertura del capitale?

Dipende molto dal socio che ci si sceglie. In Brembo abbiamo avuto nel capitale private equity e quando sono usciti abbiamo quotato la società in Borsa. Lo ricordo come un periodo di estrema vivacità. Sono scelte positive, se non si cede la maggioranz­a e si ha titolo per essere gestore dell’impresa.

Che esperienza avete della quotazione?

La quotazione vuol dire rinunciate a una certa autonomia, ma se uno sa di fare le cose bene e in modo trasparent­e non c’è alcuna differenza. Il messaggio per i miei colleghi imprendito­ri è allarghiam­o pure il capitale senza perdere la maggioranz­a, perché aumenta la capacità di operare nel mercato e anche culturalme­nte ci mette nella condizione di affrontare un mercato sempre più globale.

«Per Luxottica un ottimo deal. Io sono affezionat­o alla mia azienda, voglio che abbia una continuità familiare e una connotazio­ne italiana»

«Preferisco la soluzione che prevede la scelta di bravi manager. Gli imprendito­ri allarghino pure il capitale senza perdere la maggioranz­a»

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L’imprendito­re. Alberto Bombassei

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