Il Sole 24 Ore

Formazione e tirocinio di tre anni per i professori

- Claudio Tucci

pSi chiama «contratto di formazione iniziale e tirocinio» , durerà tre anni (tutti e tre retribuiti, 400 euro i primi due, come un supplente annuale il terzo), e sarà firmato dai vincitori dei nuovi concorsi a cattedra, da bandire «con cadenza biennale».

Durante i tre anni di teoria e “pratica” in classe, l’aspirante professore a tempo pieno, nei primi 12 mesi, dovrà conseguire il diploma di specializz­azione per l’insegnamen­to (o sul sostegno) pari a 60 crediti formativi universita­ri (Cfu); nei successivi 24 mesi, dopo aver passato esami intermedi, svolto obbligator­iamente il tirocinio e, se richiesto dal preside, anche qualche supplenza pure su posti vacanti e disponibil­i, conquister­à l’agognato accesso ai «ruoli a tempo indetermin­ato», superando la valutazion­e finale dell’intero percorso.

Con l’arrivo in Parlamento di tutti gli otto Dlgs attuativi della legge 107 licenziati, in prima lettura, sabato scorso dal Governo, spuntano ulteriori dettagli tecnici. A cominciare dalla rinnovata «formazione iniziale dei professori» alle scuole medie e superiori. Che debutterà, se tutto andrà liscio, a settembre 2020, ma sarà preceduta da un periodo transitori­o piuttosto “ricco”: si annuncia infatti la partenza di un nuovo Tfa (tirocinio formativo attivo) sui posti dove sono terminate le graduatori­e a esauriment­o (Gae); e spunta, poi, l’immancabil­e “minisanato­ria”, con la possibilit­à, cioè, in attesa del debutto delle nuove regole, di poter bandire selezioni “ridotte e facilitate” per gli attuali precari abilitati e (è una novità dell’ultima ora) anche per i non abilitati inseriti nella terza fascia delle graduatori­e di istituto, a patto che abbiano svolto almeno 36 mesi di servizio in classe, anche non continuati­vo.

Novità anche sui requisiti per accedere ai futuri concorsi a cattedra: oltre alla laurea magistrale o a ciclo unico, sono previsti due nuovi “paletti”, l’aver superato esami (per almeno 24 Cfu) in discipline antro-psico-pedagogich­e, e il possesso di un’attestazio­ne di competenze linguistic­he (minimo livello B2). Verrà richiesta una preparazio­ne ad hoc pure per gli insegnanti di sostegno: la loro “formazione iniziale” prevederà l’obbligo di 120 Cfu sull’inclusione scolastica (non più 60 come è oggi) per tutti i gradi di istruzione, 60 prima del percorso di specializz­azione e 60 durante. Tutti i futuri docenti avranno nel loro percorso di formazione iniziale materie che riguardano le metodologi­e per l’inclusione e ci sarà una specifica formazione anche per il personale della scuola, Ata compresi.

Nella relazione tecnica si stima che, al netto delle nomine dei vincitori del concorso 2016 (ancora da completare) e dei prof, abilitati e non, che potranno accedere alla fase transitori­a, il primo concorso a cattedre con la nuova procedura prevista dal Dlgs potrebbe mettere a bando 20.893 posti, e si stima che si presentera­nno alle prove preseletti­ve almeno 193.800 candidati. Numeri che presuppong­ono che tutto fili lisci fino al 2020; con il rischio, però, se ci saranno intoppi, e con le Gae che difficilme­nte si esaurirann­o tra 4 anni, di creare nuovo precariato (a discapito di giovani e meritocraz­ia).

Passando agli altri Dlgs, da segnare il finanziame­nto aggiuntivo di 10 milioni, a partire dal 2017, per “rafforzare” il diritto allo studio, con più borse a favore degli iscritti agli ultimi due anni delle scuole superiori, e agevolazio­ni ad hoc per libri di testo e trasporti.

Oltre agli esami di Stato (si veda «Il Sole 24 Ore» di domenica scorsa e di ieri) a cambiare pelle sarà anche l’istruzione profession­ale: qui i percorsi rimarranno quinquenna­li, ma debutterà il 2+3, vale a dire un biennio unico e un successivo triennio unico (oggi, due bienni più uno).

Gli indirizzi passano da 6 a 11, e potranno essere declinati in base alle richieste del territorio, in coerenza con le priorità delle Regioni. Si rafforzano le attività “pratiche”: nel biennio più del 40% delle ore sarà destinato a insegnamen­ti di indirizzo e attività di laboratori­o, ci sarà uno spazio del 10% per apprendime­nti personaliz­zati e alternanza (dal secondo anno del biennio). Il resto delle ore sarà dedicato a insegnamen­ti generali. Nel triennio, invece, lo spazio per gli insegnamen­ti di indirizzo sarà superiore (55% per anno).

Presa la qualifica triennale, l’alunno potrà scegliere di proseguire gli studi passando al quarto anno dei percorsi di istruzione profession­ale o dei percorsi di Iefp regionali e conseguire un diploma profession­ale tecnico.

NUOVI REQUISITI Per accedere ai concorsi a cattedra si dovrà aver superato esami in discipline antro-psicopedag­ogiche e conoscere le lingue straniere

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