Controlli e verifiche da rifare su case, capannoni e scuole
Le ultime forti scosse di ie- ri – che hanno causato paura e disagi e purtrop- po anche una vittima accertata – hanno riaperto il tema delle verifiche dei danni presso abitazioni e immobili produttivi, come pure sulle scuole e i beni culturali.
Il termine per presentare la richiesta di sopralluogo (per gli edifici privati) era scaduto ap- pena lo scorso 16 gennaio. E in- vece ora si ricomincia.
È la seconda volta che si ripar- te da capo: dopo il terremoto del 24 agosto la protezione civile aveva fissato la scadenza al 15 ot- tobre per chiedere ai tecnici di verificare i danni sugli immobi- li. A pochi giorni da questo ter- mine era stato fatto il pieno di ri- chieste, con una lista di 62mila sopralluoghi da evadere.
Poi è arrivata la scossa di magnitudo 6.5, che non solo ha raddoppiato il perimetro del crate- re, ma ha anche disfatto per buo- na parte la tela di Penelope dei controlli e delle verifiche statiche, con tutto quel che ne segue: revisione delle persone da assi- stere, nuovi interventi di emer- genza con puntellamenti e sgomberi di macerie, varianti in corso d’opera sul fabbisogno di casette per le famiglie, di pre- fabbricati per allevatori e arti- giani e di container per uffici pubblici e scuole.
Sono almeno 28mila le verifiche da rifare, aveva stimato il ca- po della protezione civile, Fa- brizio Curcio, nei primi giorni di novembre. Pazienza. I "veri- ficatori" si rimboccano le mani- che e aggiungono altro lavoro alla montagna di verifiche an- cora da fare (con il rischio sup- plementare che qualche scossa più forte delle altre arrivi pro- prio durante i controlli).
Ma questa volta si cerca an- che di cambiare marcia. Il reclu- tamento dei tecnici diventa più flessibile, grazie alla collabora- zione con gli ordini professio- nali, che fa accorrere nel cratere architetti, ingegneri, geometri, periti. Tutti volontari. In questo modo è stato ampliato in modo significativo il numero dei "verificatori" sul campo.
Ma si interviene anche sulle procedure. Viene infatti semplificata la trafila per verificare e annotare – magari per la se- conda volta – i danni agli immo- bili: da novembre entra in sce- na la verifica "Fast" – nomen omen – che limita le informa- zioni all’essenziale, riducendo così i tempi della verifica e della burocrazia.
Il 14 gennaio scorso, grazie all’apporto aggiuntivo di 4.400 tecnici volontari coordinati dalla Protezione civile, vengo- no completati 92.415 sopralluo- ghi di agibilità. Ma siamo a circa la metà del lavoro. Sono infatti circa 200mila in tutto le verifi- che che la Protezione Civile contava di dover smaltire, dopo aver chiuso il 16 gennaio scorso il termine per presentare le richieste di verifica dei danni causati - o aggravati - dalle scosse del 26 e 30 ottobre.
Ma proprio quando si pensava di aver archiviato la questione delle verifiche – per la seconda volta – ecco appunto il nuovo colpo.
Gli Appennini si risvegliano e pensano bene di disfare, ancora una volta, la tela di Penelope che pazientemente - anche se più rapidamente di prima - si andava tessendo.
Per le scuole - per ovvi motivi di massima cautela - il lavoro ricomincia praticamente da zero. In tutta la regione Umbria le scuole resteranno chiuse per i controlli. Verifiche sono state disposte anche nelle scuole della Capitale, così come in diversi
MENOBUROCRAZIA Da novembre procedura semplificata per censire i danni agli immobili limitando all’essenziale le informazioni
altri comuni e provincie di Marche, Abruzzo e Lazio, dove in molti casi l’emergenza terremoto si sta sommando all’emergenza neve.
La sindrome di Penelope contagia anche i beni culturali. Il campanile della Chiesa di Sant’Agostino ad Amatrice che è crollato ieri non è solo un simbolo dell’ennesimo colpo alla città, ma è anche la punta dell’iceberg dei nuovi problemi di gestione che si ripropongono per la salvaguardia e il recupero del patrimonio di valore storico, architettonico e culturale. Patrimonio di cui ora dovranno essere riprogrammati tutti gli interventi di messa in sicurezza, come ha detto ieri il segretario generale del Mibact, Antonia Pasqua Recchia.