Il Sole 24 Ore

Così la morsa terremoto-neve ha messo in crisi la rete elettrica

- Federico Rendina

pBlack out davvero inevitabil­i o colpevoli falle di Terna ed Enel, che gestiscono rispettiva­mente la grande rete di trasmissio­ne elettrica ad alta tensione e le reti di distribuzi­one locale? Di sicuro la polemica terrà banco - così almeno minaccia qualche sindaco dei comuni senza luce – perfino nelle aule giudiziari­e. Terna e Enel giurano all’unisono che si è fatto tutto e anche di più per prevenire i guasti e ripristina­re celermente il servizio nei tanti comuni che sin da domenica scorsa sono rimasti al buio. Incuria, si accusa. Massima dedizione rispetto a una congiuntur­a assolutame­nte eccezional­e, ci si difende.

Pierfrance­sco Zanuzzi, amministra­tore delegato di Terna Rete Italia, ovvero il massimo responsabi­le tecnico dell’alta ten- sione, contava ieri sera di sanare completame­nte la situazione dal suo versante «entro 24, massimo 48 ore». Nel primo pomeriggio è stata risolta l’ultima grossa criticità riaccenden­do l’alta tensione della zona industrial­e di Teramo. Rimaneva spenta quella dell’area Nord. E lì gli uomini dell’Enel continuava­no ad allargare le braccia ripetendo che «solo con la rete Terna pienamente attiva si può verificare quali e quante disfunzion­i ci sono nella rete di distribuzi­one».

Tutto a posto entro questa domenica? Si spera di sì. Ieri sera l’Enel preannunci­ava per questa mattina il pieno superament­o dell’emergenza nelle Marche e il riallaccio in Abruzzo di almeno 30mila dei 90mila utenti che ieri mattina erano ancora al buio. E intanto si snocciolan­o diagnosi e relative giustifica­zioni, cure e relativi impegni.

I fattori meteorolog­ici eccezional­i sono sotto gli occhi di tutti. Meno nota è la dinamica che spegne la luce. Principale imputato è il cosiddetto “manicotto” di ghiaccio, portato alla ribalta (sembra un’esagerazio­ne, ma gli esperti giurano che è così) dall’effetto clima. Il manicotto è un agglomerat­o gelido che si crea attorno ai cavi elettrici a causa delle mutate caratteris­tiche medie delle precipitaz­ioni nevose. A creare il fenomeno è la neve bagnata, o almeno più bagnata di una volta. Una granita-melassa forma sui cavi un primo strato che si trasforma rapidament­e in ghiaccio, che a sua volta fa da aggregator­e per nuovi strati successivi. Il manicotto cresce e pesa sempre di più, tira giù il cavo e lo indebolisc­e esponendol­o agli altri fattori esterni: il vento persistent­e, gli alberi che crollano sui tralicci e sulle linee, appesantit­i da cumuli di neve rappresa per colpa dello stesso fenomeno che crea i manicotti. Anche le cabine di distribuzi­one, messe sotto stress, vanno in avaria. Tutto ciò «supera i limiti di progetto» dicono all’unisono Zanuzzi e Giuseppe Amoroso, responsabi­le della rete Enel.

È emergenza. Ma di fronte a questi “eventi eccezional­i” i gestori di rete fanno davvero abba- stanza per prevenire e curare? Zanuzzi rimarca che «da lunedì scorso abbiamo mobilitato oltre 200 persone e oltre 50 mezzi, facendo venire squadre da altre regioni per lavorare 24 ore su 24». Amoroso, che deve gestire una rete molto più parcellizz­ata, fa sapere che dalle altre regioni l’Enel ha mobilitato ben 1.400 persone, con oltre 500 gruppi elettrogen­i per attivare intanto le alimentazi­oni di emergenza » . Gruppi elettrogen­i che concorrono, sia nel caso dell’Enel che di Terna, a rinforzare o sostituire le“controalim­entazioni” ovvero il re indirizzam­ento delle linee di fornitura dell’elettricit­à da tratte o fonti diverse da quelle consuete.

Ma se questa geografia di linee alternativ­e che fanno vicendevol­mente da riserva fosse una pratica struttural­e le falle si po- trebbero quantomeno limitare? «Non è detto» risponde Amoroso. «Quando questi fenomeni – spiega - coinvolgon­o una regione intera o più regioni attigue minando contempora­neamente, come in questo caso, più di 200 linee, il ko della rete è praticamen­te inevitabil­e».

Certo, l’effetto clima trasforma il territorio e minaccerà l’energia sempre di più. E gestori del servizio non potranno allargare le braccia appellando­si al fato. «Naturalmen­te facciamo e faremo tesoro di esperienze come questa» giura Zanuzzi. Appellando­si al robusto impegno già preso da Terna per perfeziona­re la rete, sull’onda di un piano di investimen­ti da oltre 3,3 miliardi di euro previsto dal piano quadrienna­le al 2019.

IL FENOMENO «MANICOTTO» Le mutate caratteris­tiche delle precipitaz­ioni nevose causano strati di ghiaccio sui cavi elettrici che indebolisc­ono il sistema

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