Colpito il cuore degli allevamenti danni alle stalle per 300 milioni
pLe autorità comunitarie hanno assicurato ieri all’Italia il loro pieno appoggio nell’affrontare l’emergenza provocata dal terremoto che mercoledì ha scosso il paese, così come della valanga che ha colpito Farindola, in Abruzzo. Al di là del sostegno comunitario, le due emergenze danno al governo italiano nuovi appigli per strappare ulteriori margini di manovra con Bruxelles sul fronte dei conti pubblici, e in particolare per quanto riguarda il bilancio 2017.
«L’Unione europea non lascerà l’Italia sola dinanzi a questa tragedia», ha detto in un comunicato il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker. «L’Unione europea è pronta a mettere in campo tutti gli strumenti a nostra disposizione». La presa di posizione è stata fatta propria dal nuovo presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, che in una dichiarazione in aula a Strasburgo ha voluto dare l’appoggio dell’assemblea al governo italiano.
«Farò di tutto perché la Commissione europea possa accelerare sul fondo di solidarietà, con il nostro sostegno», ha spiegato Tajani in merito al terremoto che ha colpito gli abitanti del centro Italia. «A nome di tutto il Parlamento inviamo un messaggio di solidarietà a questi cittadini europei». La Commissione europea ha varie possibilità per aiutare i paesi che affrontano emergenze naturali: alcune sono molto pratiche, altre legate all’applicazione del Patto di stabilità e crescita.
Sul piano pratico, Bruxelles può erogare aiuti finanziari provenienti dal Fondo europeo di solidarietà. L’ uso del denaro dipende da unarichiesta formale delle autorità nazionali. Nel novembre dell’ anno scorso, sul lascia delle prime scosse di terremoto nell’ Italia centrale, la Commissione ha distribuito aiuti per 30 milionidi euro. In quella occasione, Bruxelles aveva anche deciso di contribuire alla ricostruzione, emendando il regolamento sull’uso dei fondi europei nelle politiche di coesione.
Il testo prevede che solitamente all’uso del denaro venga associata una quota variabile di cofinanziamento nazionale. In novembre, la Commissione ha deciso di ridurre a zero quest’ultima quota nel caso della ricostruzione dell’Italia centrale (si veda Il Sole 24 Ore del 1° dicembre). Ciò non significa denaro in più per l’Italia, bensì una diversa distribuzione dei fondi europei esistenti. Peraltro, la possibilità dipende sempre dalla presentazione da parte delle autorità italiane di progetti infrastrutturali.
Bruxelles ha anche annunciato che su richiesta italiana il Centro d’emergenza europeo fornirà mappe satellitari per le aree colpite dal terremoto. Politicamente più delicata èl areazione nel quadro dell’ applicazione del Patto di stabilità. La Commissione è tor- nata questa settimana a sottolineare che il bilancio 2017 rischia di violare le regole europee, notando un divario dello 0,2% del Pil tra la Finanziaria del governo e gli obiettivi di bilancio (si veda Il Sole 24 Ore di mercoledì).
L’Italia vuole evitare di dover adottare nuove misure di finanza pubblica. Le emergenze naturali di questi giorni danno al governo nuovi argomenti in questa direzione. Peraltro le regole di bilancio prevedono che alla luce di alcune condizioni specifiche costi d’emergenza di breve termine in risposta a importanti catastrofi naturali possano essere considerati una tantum ed essere esclusi dal calcolo dello sforzo strutturale di un paese nel giudicare il ri-
FLESSIBILITÀ L’Italia potrà chiedere nuove deroghe: per il terremoto di agosto e ottobre è già stato accordato uno sconto di 0,18% del Pil
spetto del Patto.
Nell’opinione di bilancio pubblicata nel novembre scorso, lo stesso esecutivo comunitario aveva ritenuto accettabile la richiesta italiana di flessibilità nel bilancio di quest’anno pari allo 0,18% del Pil per finanziare l’emergenza terremoto (si veda Il Sole 24 Ore del 17 novembre). Può l’Italia ambire a nuova flessibilità dopo gli eventi degli ultimi giorni? È possibile, non certo; ma si può presumere che le autorità italiane hanno fatto o faranno richiesta in tal senso.