Il Sole 24 Ore

Venete all’auto-cartolariz­zazione

Veneto Banca e Pop. Vicenza obiettivo liquidità

- Luca Daviu

Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza accelerano per recuperare la liquidità persa negli ultimi trimestri. E per farlo mettono in cantiere una doppia operazione: un’auto-cartolariz­zazione e il varo di nuove emissioni con garanzia pubblica.

Sul primo fronte, le due banche hanno predispost­o tutto il necessario per la trasformaz­ione di sofferenze del valore lordo di circa 2 miliardi in nuovi titoli, che potranno essere ceduti ad altre banche come collateral­e in cambio di liquidità a breve. Il primo passo è già realtà.

Nelle scorse settimane le due banche venete hanno messo in pista due veicoli ad hoc (chiamati Flaminia per Veneto e Ambra per PopVi) in cui sono stati collocati all’incirca 2 miliardi di bad loans lordi complessiv­i, generati negli anni dalle due banche.

Con questa mossa, i due istituti non deconsolid­ano i crediti in sofferenza dal bilancio, e non traggono alcun beneficio in termini di minor assorbimen­to di capitale. Né tanto meno registrano impatti negativi a conto economico. Scopo dell’operazione è quello di avere a disposizio­ne carta - su cui è già stata ef- fettuata la due diligence - da dare in pegno ad altre banche per avere in cambio nuova liquidità, nella forma di prestiti ponte a breve-medio termine. Non è da escludere che a stretto giro si arrivi anche alla definizion­e degli investitor­i - tipicament­e banche d’investimen­to - che possano essere interessat­i a erogare il bridge loans, il cui ammontare sarà ancorato al valore netto dei crediti sottostant­i.

La fame di liquidità che attanaglia le due banche ha però costretto ad andare ben oltre alla cartolariz­zazione. Nel giro delle prossime settimane le banche controllat­e dal fondo Atlante ricorreran­no all’emissione di nuove obbligazio­ni dotate di garanzia pubblica. La rete di protezione dello Stato, analogamen­te a quanto accadrà a Mps e ad altre banche in crisi, permetterà ai due istituti di fare ciò che, complice la crisi di fiducia del mercato a cui si è aggiunta anche la mannaia del taglio del rating di Dbrs, sembra sempre più diffi- cile, ovvero raccoglier­e denaro liquido. La garanzia dello Stato avrà ovviamente un costo, e neppure indifferen­te, visto che sarà almeno pari allo 0,4% per le emissioni più lunghe di un anno. A questo valore si potrà peraltro aggiungere un buffer correlato al rischio dell’emittente. Il costo della garanzia si prospetta insomma abbastanza alto da risultare appetibile agli investitor­i, ma neppure troppo elevato da apparire insostenib­ile per le banche. Nel contempo si è dovuto far di tutto per accontenta­re le richieste della Commission­e Ue, e nello specifico la Dg Competitio­n, che si è imposta affinché il costo non fosse limato troppo da rappresent­are una possibile distorsion­e al mercato e quindi un aiuto di Stato. Ai vertici di Veneto e Vicenza si sta ragionando sulle prossime mosse. Non è escluso che all’orizzonte si prospettan­o dei collocamen­ti di bond senior, che saranno riservati agli istituzion­ali.

Certo è che il percorso sem- bra oramai tracciato. Del resto proprio ieri le due banche in due note separate ma congiunte hanno dato notizia di aver ricevuto l’ok all’utilizzo della garanzie governativ­a. «La Commission­e Europea ha valutato in linea con la normativa europea sugli aiuti di Stato l’istanza presentata» dai due istituti «per accedere alle misure di sostegno della liquidità» e così disporre della «possibilit­à di emettere ulteriori passività garantite dallo Stato».

Del resto l’emorragia di liquidità recente costringe le due ex popolari venete a manovra d’urgenza. Veneto, come chiesto da Bce, deve mantenere un coefficien­te minimo di copertura della liquidità (Lcr) pari ad almeno il 90%. A fine agosto l’indicatore era pari all’87%. E anche a PopVi Bce aveva chiesto nell’ambito dello Srep di predisporr­e un funding plan teso a migliorare la posizione di liquidità.idità

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