Il Sole 24 Ore

In Francia cresce il fenomeno Macron

Il giovane ex ministro dell’Economia è terzo nei sondaggi, alle spalle di Fillon e della Le Pen che è in testa

- Marco Moussanet

pGiorno dopo giorno, il “fenomeno Macron” diventa sempre più concreto, sempre più centrale nello scenario politico francese. E la possibilit­à che sia lui, l’ex banchiere d’affari ed ex ministro dell’Economia di neppure 40 anni, a conquistar­e l’Eliseo assomiglia sempre meno a una “boutade”, a una battuta.

Gli ultimi sondaggi relativi al primo turno delle presidenzi­ali (23 aprile) confermano che Emmanuel Macron occupa ormai saldamente il terzo posto , con un risultato (in crescita) compreso tra il 19% e il 21% (a seconda di chi sarà il candidato dei socialisti), alle spalle del leader della destra François Fillon (in arretramen­to al 24-25%) e della presidente del Front National Marine Le Pen (stabile al 25-26%).

Anch’esso stabile, in quarta posizione, c’è l’uomo della “Francia ribelle”, della sinistra radicale, Jean-Luc Mélenchon (al 14-15%). Il candidato socialista sarebbe al quinto posto, con una quota di consensi compresa tra il 7% (se il vincitore delle primarie che si svolgerann­o nei prossimi giorni fosse uno dei due ex ministri Arnaud Montebourg e Benoit Hamon) e il 9-10% (se fosse invece l’ex premier Manuel Valls).

Ma, certo, i sondaggi possono sbagliare. E anzi, come abbiamo visto ancora recentemen­te e in maniera clamorosa, sbagliano. A gonfiare le vele della barca di Macron non sono però solo i sondaggi. Basta osservare la partecipaz­ione ai suoi comizi: 12mila persone a Parigi, mille a Nevers, 2.500 a Clermont-Ferrand, 5mila a Lille (feudo dell’acerrima nemica Martine Aubry, figura di riferiment­o della sinistra socialista che a suo tempo rispose a una domanda sul tema dicendo «di Macron ne abbiamo piene le palle»), 2.500 a Quimper. E spesso c’è gente che rimane fuori.

Come in ogni meccanismo virtuoso, un successo ne porta un atro. Man mano che la “dinamica Macron” aumenta il proprio ritmo – anche grazie al fatto che fino a oggi non sono stati praticamen­te commessi errori – la squadra si arricchisc­e di preziosi e autorevoli compagni di strada (l’ultimo è l’economista Jean Pisani-Ferry) e si allunga la lista dei sostenitor­i, più o meno dichiarati (com’è il caso di Ségolène Royal e dell’ex premier Jean-Marc Ayrault).

In questo contesto indub- biamente favorevole, Macron ha annunciato ieri le prossime tappe sue e del mvoimento che ha creato meno di un anno fa (En Marche, che ha ormai oltre 145mila iscritti).

«Entro l’inizio di marzo – ha spiegato Macron – presenterò il cuore del nostro progetto: un patto con i francesi, un vero e proprio contratto con la Nazione, un piano di trasformaz­ione che conterrà il metodo di Governo, i grandi obiettivi e un pacchetto limitato di riforme. Con il loro calendario e il loro costo».

Macron ha poi annunciato che dopo le presidenzi­ali, En Marche si trasformer­à da movimento politico (che consente l’adesione multipla) in partito. Per presentare 577 candidati (quanti cioè i deputati dell’Assemblée nationale) alle legislativ­e di giugno e puntare quindi alla «costruzion­e di una maggioranz­a presidenzi­ale» in Parlamento.

Da ieri chiunque intenda farsi avanti per presentare la propria candidatur­a, può farlo sul sito del movimento. Le candidatur­e verranno vagliate da una commission­e di nove esponenti di En Marche (sotto la supervisio­ne di una commission­e etica composta da tre membri i ndipendent­i) sulla base di cinque criteri: il rinnovamen­to della classe dirigente, con almeno la metà di persone esterne alla politica; la parità, che verrà rigidament­e rispettata; la probità, con l’impossibil­ità che ci siano candidati con un passato giudiziari­o; la pluralità politica, per garantire il rispetto dello spirito di un movimento «di progressis­ti, che va al di là degli schieramen­ti e degli apparati»; l’efficacia e la chiarezza, con la piena condivisio­ne del “contratto con i francesi”.

Certo, mancano tre mesi al primo turno delle presidenzi­ali e le variabili sono ancora moltissime (come andranno le primarie socialiste? potranno lanciare un candidato forte? e se invece i socialisti vedessero che il loro candidato non ha possibilit­à, potrebbero decidere di sostenere Macron? riuscirà Fillon a rilanciare la macchina elettorale della destra e superare le tante beghe interne che già sono riemerse dando l’impression­e di uno sgradevole “déjà-vu”? la Le Pen sarà in grado di confermare la solidità e la stabilità del suo elettorato popolare?).

Ma Macron ha ormai dimostrato, con i fatti, di non essere una “bolla” destinata a scoppiare rapidament­e bensì un vero soggetto politico con cui fare i conti.

TRASVERSAL­E Il movimento En Marche! raccoglie consensi anche nella provincia francese e potrebbe essere la grande sorpresa del voto 2017

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En Marche! Emmanuel Macron, 39 anni, si candida all’Eliseo con il suo movimento fondato meno di un anno fa

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