Il Sole 24 Ore

Ok al fondo da 5,8 miliardi per i Comuni

- Gianni Trovati

V ia libera i n Conferenza Stato-Città all’intesa sulla ripartizio­ne dei 5,8 miliardi di fondo di solidariet­à ai Comuni, grazie all’accordo sul correttivo che limita al 4% le differenze rispetto allo scorso anno prodotte dai nuovi criteri di ripartizio­ne; slitta alla prossima settimana, invece, l’intesa sul decreto che dovrà distribuir­e fra Regioni ed enti locali i due fondi (3 miliardi in tutto) messi in campo dall’ultima legge di bilancio. Ma andiamo con ordine.

A ottenere l’accordo degli amministra­tori locali è stato ieri il classico fondo di solidariet­à, quello alimentato dall’Imu con cui i Comuni più “ricchi” sul piano fiscale aiutano quelli più “poveri” e disciplina­to da un decreto del ministero dell’Interno. Lunedì lo stesso Viminale dovrebbe pubblicare i dati con le risorse spettanti Comune per Comune, in modo da permettere alle amministra­zioni di scrivere cifre sicure nei loro bilanci. La novità più rilevante rispetto agli anni scorsi è infatti la data in cui arriva il via libera, molto anticipata rispetto al solito: con l’accelerazi­one il governo vuole infatti blindare la data del 31 marzo come termine ultimo per approvare i preventivi locali, evitando la catena delle proroghe che spostano in avanti i termini e alzano un ostacolo aggiuntivo al rilancio degli investimen­ti locali (senza bilanci approvati è impossibil­e avviare la spesa in conto capitale).

C’è ancora da lavorare, invece, sulla distribuzi­one dei tre miliardi messi a disposizio­ne delle amministra­zioni territoria­li dall’ultima manovra, ma sempre nell’ottica dei tempi stretti il tentativo del governo è di arrivare a un’intesa la prossima settimana. I fondi sono due: il primo, da 969,6 milioni, incide sull’indebitame­nto netto, mentre l’altro (circa 1,9 miliardi) pesa solo sul saldo netto da finanziare e quindi non cambia l’obiettivo di finanza pubblica. A frenare il via libera sono soprattutt­o i rimborsi ipotizzati per gli arretrati delle spese di giustizia sostenute dai Comuni (300 milioni proposti dal governo invece dei 650 chiesti dai Comuni) e la definizion­e delle compensazi­oni per l’Imu sui terreni montani. Sicuri sono invece i numeri più grandi, dagli 1,7 miliardi per sterilizza­re i tagli extra-sanitari delle Regioni (in cambio però di un aumento equi- valente nel loro obiettivo di finanza pubblica) ai 900 milioni destinati a Province e Città metropolit­ane. Per l’ennesima replica del fondo Tasi, che serve a far quadrare i conti in circa 1.800 Comuni dove l’Imu sull’abitazione principale a suo tempo è salita oltre i livelli standard e non è compensata dagli attuali indennizzi statali, ci sono invece a disposizio­ne 300 milioni.

Sempre la settimana prossima dovrebbero arrivare sui tavoli di confronto con gli enti locali i tre decreti correttivi della riforma della Pa su anti-assenteism­o, partecipat­e e direttori sanitari. La ripresa del cantiere (anticipata sul Sole 24 Ore del 12 gennaio) è stata illustrata ieri in Conferenza Unificata dalla stessa ministra della Pa Marianna Madia. L’intenzione è far arrivare i correttivi in consiglio dei ministri all’inizio di febbraio.

PREVENTIVI ENTRO IL 31 MARZO Il via libera arriva con molto anticipo rispetto al solito: il governo vuole blindare la data del 31 marzo per approvare i preventivi locali

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