Il terzo «corto» di Caruso
Il ceo Angeloni: «Giannini è già pronto per il 4° episodio di
a Lontano dai facili entusiasmi per carattere e dai prematuri ottimismi per onestà intellettuale (e imprenditoriale), Umberto Angeloni, amministratore delegato di Caruso, non nasconde le difficoltà avute dai marchi del lusso nel 2016 e non azzarda previsioni per il 2017, iniziato con incognite geo- politiche ed economiche ancora più numerose rispetto all’anno precedente.
Un punto fermo però c’è: durante Milano moda uomo Caruso, brand maschile di alta gamma, ha proiettato il terzo episodio della serie di short movie The good Italian, intitolato The magic of Naples. I primi due, presentati nel 2016, hanno avuto oltre 500mila views soltanto su YouTube, e 13 premi nei principali fashion film festival internazionali, a cominciare da Berlino, Londra, Miami, Chicago, Toronto.
« Tutti parlano di story telling, noi ab- biamo scelto questa strada e siamo entusiasti della risposta di clienti, consumatori finali e persone che forse non ci conoscevano ma che si sono “imbattuti” in Caruso e nella nostra idea di eleganza e stile italiano grazie a internet – racconta Angeloni –. Il terzo episodio ha avuto il patrocinio del Comune di Napoli, dell’Emilia- Romagna e del ministero degli Esteri: ne siamo orgogliosi e sappiamo che questo rafforzerà The good Italian come strumento di promozione e marketing fuori dall’Italia, che oggi vale il 35% dei ricavi » . Protagonista dei tre corti è Giancarlo Giannini, nei panni dell’immaginario Principe di Soragna, la località a pochi chilometri da Parma dove ha sede la Caruso fin dalla sua fondazione, nel 1958.
« Il progetto ha talmente appassionato Giannini che stiamo già pensando a un quarto episodio – aggiunge Angeloni –. Ma il 2017 sarà anche l’anno dello sviluppo del su misura, un segmento che già oggi vale il 10% della produzione, con 10mila capi all’anno circa » .
Il fatturato di Caruso nel 2016 è rimasto stabile rispetto al 2015 a 50 milioni, ma l’azienda era abituata a forti crescite e la delusione inevitabilmente c’è. «Mi confronto ogni giorno con colleghi, analisti e clienti: è difficile per tutti. Oltre al rallentamento dei consumi in Asia e in Cina in particolare, c’è una generale tendenza a rimandare gli acquisti, in ogni Paese e tra consumatori di ogni fascia. In questi periodo è importante “mantenere la posizione” e noi lo stiamo facendo. Lo scenario è liquido, per usare un termine caro a Zygmunt Bauman, il filosofo e sociologo scomparso all’inizio dell’anno » .
Caruso ha aperto negli ultimi due anni grandi flagshipstore a New York e a Milano, in via del Gesù, per la quale Angeloni ha ideato il progetto “via dell’uomo”. L’obiettivo è trasformare la strada del quadrilatero della moda in una shopping destination i nternazionale per la clientela maschile, grazie alla concentrazione di brand specializzati. « Siamo ancora in cerca di sponsor, ma non demordo: credo che non esista al mondo una via così speciale – conclude il ceo di Caruso –. Per quanto riguarda il lavoro in azienda, proseguiremo nella ricerca e sviluppo dei materiali: già oggi il 95% dei tessuti sono creazioni esclusive. Ma rafforzeremo ancora la modellistica, anche se siamo già leader riconosciuti, grazie agli oltre 2mila prototipi e capi-sfilata che realizziamo ogni anno. Se ho una certezza, in mezzo a tante incognite, è che le persone apprezzeranno sempre il nostro made in Soragna e il rapporto qualità- prezzo che siamo riusciti a raggiungere » .