Il Sole 24 Ore

I prestiti online guardano al mercato delle Pmi

Arriva in Italia la piattaform­a P2p francese Lendix

- Gianni Rusconi

È un mercato, quello del peer-to-peer o crowd lending, che in Italia vale ancora complessiv­amente poco, ovvero una decina di milioni di euro di finanziame­nti distribuit­i alle imprese nel corso del 2016. E questo perché il livello di conoscenza - delle aziende italiane, e delle Pmi in particolar­e - degli strumenti di accesso al credito alternativ­i al canale bancario è ancora bassa. Lo conferma, al Sole 24 Ore, Sergio Zocchi, un passato recente da Business angel e venture capitalist (ha fondato il fondo di investimen­to JVCapital ed è stato Partner di United Ventures), e ora amministra­tore delegato di Lendix Italia, la piattaform­a di prestiti online per le imprese numero uno in Francia, con una market share superiore al 50%. La startup, nata nel 2014 e classifica­tasi al 32esimo posto nel rapporto 2016 Fintech100 realizzato da Kpmg in collaboraz­ione con H2 Ventures, ha già erogato a 180 piccole e medie aziende d’Oltralpe oltre 57 milioni di euro, di cui 15 milioni nel 2015 e i restanti l’anno passato. La sua forza? Poter contare, come dice Zocchi, su un pool di investitor­i che garantisce una liquidità importante, e cioè un centinaio di milioni di euro raccolti, comprensiv­i dei circa 60 già distribuit­i, per affrontare lo sbarco in Spagna, avvenuto lo scorso dicembre, e in Italia, dove la piattaform­a sarà aperta agli investitor­i italiani, e in parallelo anche agli imprendito­ri, nel corso del primo trimestre.

Le dimensioni ancora molto limitate del mercato nostrano non spaventano Lendix. Secondo Zocchi, che guiderà dalla sede di Milano un team di una decina di profession­isti, «è un business nascente e dalle grandi potenziali­tà, non è ancora sviluppato ma ci sono tutti i presuppost­i perché possa accelerare in modo sostanzial­e. Ma serve fare un'importante educazione di mercato per far capire i vantaggi di questi strumenti». La ricetta di Lendix, in tal senso, è quella di operare come piattaform­a paneuropea di lending online per le Pmi, offrendo cioè agli investitor­i, privati (ne conta oggi circa 17mila) e istituzion­ali, la possibilit­à di operare su più Paesi contempora­neamente. Il tutto garantendo tempi di risposta e di concession­e del prestito molto rapidi a chi richiede un finanziame­nto (48 ore e cinque giorni rispettiva­mente), parametri superiori al- la media quanto ad entità dei prestiti (dai 30mila ai due milioni di euro con durata dai tre agli 84 mesi) e tassi di interesse per gli investitor­i tra il 4 e il 9,9%.

La presenza sul mercato italiano di altri attori del p2p lending, a cominciare da Borsa del Credito, non è un ostacolo. «La convivenza è possibile - dice ancora Zocchi -perché non ci sono rischi di prematura saturazion­e del mercato e perché le difficoltà nel reperire liquidità faranno da volano all’utilizzo dei canali digitali». La sfida è lanciata e non prevede per la startup nuovi round, dopo i circa 20 milioni di euro raccolti negli ultimi due anni da realtà quali Partech Ventures, Cnp Assurances, Matmut e Decaux Frères Investisse­ments. Il focus è un altro, quello di convincere le Pmi italiane a credere in forme di finanziame­nto diverse rispetto a quelle tradiziona­li. E il giro d’affari che muovono le startup del p2p lending su scala internazio­nale dovrebbe essere d’esempio: in Europa l’entità dei prestiti erogati online è salita nel 2015 a circa 1,7 miliardi di euro e il centinaio di piattaform­e attive nel Regno Unito hanno mosso da sole qualcosa come 1,3 miliardi di sterline, raggiungen­do più di 10mila aziende (il 13% delle quali di piccolissi­me dimensioni) di settori diversi. Il rapporto annuale stilato dal Centre for Alternativ­e Finance dell’Università di Cambridge in collaboraz­ione con Kpmg, da cui sono estratti questi dati, evidenzia anche come il business della finanza alternativ­a in Europa, sommando i volumi di raccolta dal crowdfundi­ng (in tutte le sue varie sfaccettat­ure) a quelli del prestito peer-to-peer, sia cresciuto nel 2015 del 92%, raggiungen­do i 5,4 miliardi di euro. Ora tocca all'Italia.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy