Europa a due velocità sulle regole
C’è un’Europa a due velocità anche sulla regolamentazione dei mercati finanziari. Una par teche ha accelerato l’emanazione delle normative relative alla stabilità del sistema bancario. Un’altra che ha rallentato l’ iter delle normative che riguardano la protezione degli investitori.
All’indomani dell’approvazione del decreto salva-banche che autorizza l’intervento pubblico a sostegno degli istituti di credito, implicando anche un sacrificio per i risparmiatori possessori di bond subordinati, Vegas è tornato ad alzare il tiro sulle contraddizioni della regolamentazione europea («opinabile scelta delle autorità europee», l’ha definita il presidente della Consob), in particolare il principio della retrottività contenuto nella norma del bail-in. Ma anche sull’operato del governo e non solo. Vegas ha ricordato come la Consob, già nel novembre 2015, avesse messo in guardia, nel corso di un’audizione in Parlamento, dai rischi impliciti al principio della retroattività.
«Il Parlamento aveva fatto propria l’esigenza di riequilibrio tra l’obiettivo della stabilità e quello trasparenza, invitando il governo a rivedere l’impostazione dei decreti legislativi di recepimento del bail-in». Ma i decreti, «intervenuti solo sei settimane prima dell’applicazione della Brrd, non ne hanno tenuto conto».
Sarà forse un caso, ma è proprio la mancata attenzione a un maggiore equilibrio tra esigenze di stabilità delle banche e la tutela dell’investitore a essere finita al centro dell’eccezione di incostituzionalità sollevata dal Consiglio di Stato sulla legge di riforma delle Popolari. Eccezione che ha bloccato l’iter della riforma. Nei mesi scorsi qualcuno aveva sollevato il dubbio di incostituzionalità dei decreti di recepimento della Brrd. Chissà, magari il precedente delle Popolari potrebbe riaprire la questione.
Il leitmotiv resta quello delle due velocità, alla base della contrapposizione tra stabilità e tutela degli investitori. Vegas ha ricordato lo slittamento dell’entrata in vigore della Mifid 2 al 2018. Quelle regole consentono di attribuire alle Authority nazionali il potere di vietare la vendita al pubblico retail di prodotti finanziari opachi . Dal 2013 Consob ha chiesto al governo di anticipare l’entrata in vigore di alcune parti della Mifid 2.
«La richiesta, purtroppo, non ha avuto esito positivo».