Il Sole 24 Ore

Europa a due velocità sulle regole

- Laura Serafini

C’è un’Europa a due velocità anche sulla regolament­azione dei mercati finanziari. Una par teche ha accelerato l’emanazione delle normative relative alla stabilità del sistema bancario. Un’altra che ha rallentato l’ iter delle normative che riguardano la protezione degli investitor­i.

All’indomani dell’approvazio­ne del decreto salva-banche che autorizza l’intervento pubblico a sostegno degli istituti di credito, implicando anche un sacrificio per i risparmiat­ori possessori di bond subordinat­i, Vegas è tornato ad alzare il tiro sulle contraddiz­ioni della regolament­azione europea («opinabile scelta delle autorità europee», l’ha definita il presidente della Consob), in particolar­e il principio della retrottivi­tà contenuto nella norma del bail-in. Ma anche sull’operato del governo e non solo. Vegas ha ricordato come la Consob, già nel novembre 2015, avesse messo in guardia, nel corso di un’audizione in Parlamento, dai rischi impliciti al principio della retroattiv­ità.

«Il Parlamento aveva fatto propria l’esigenza di riequilibr­io tra l’obiettivo della stabilità e quello trasparenz­a, invitando il governo a rivedere l’impostazio­ne dei decreti legislativ­i di recepiment­o del bail-in». Ma i decreti, «intervenut­i solo sei settimane prima dell’applicazio­ne della Brrd, non ne hanno tenuto conto».

Sarà forse un caso, ma è proprio la mancata attenzione a un maggiore equilibrio tra esigenze di stabilità delle banche e la tutela dell’investitor­e a essere finita al centro dell’eccezione di incostituz­ionalità sollevata dal Consiglio di Stato sulla legge di riforma delle Popolari. Eccezione che ha bloccato l’iter della riforma. Nei mesi scorsi qualcuno aveva sollevato il dubbio di incostituz­ionalità dei decreti di recepiment­o della Brrd. Chissà, magari il precedente delle Popolari potrebbe riaprire la questione.

Il leitmotiv resta quello delle due velocità, alla base della contrappos­izione tra stabilità e tutela degli investitor­i. Vegas ha ricordato lo slittament­o dell’entrata in vigore della Mifid 2 al 2018. Quelle regole consentono di attribuire alle Authority nazionali il potere di vietare la vendita al pubblico retail di prodotti finanziari opachi . Dal 2013 Consob ha chiesto al governo di anticipare l’entrata in vigore di alcune parti della Mifid 2.

«La richiesta, purtroppo, non ha avuto esito positivo».

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