Consob: «Il bail-in è uno shock normativo senza precedenti»
pLa situazione di attuale difficoltà del sistema bancario italiano poteva forse essere evitata con un intervento più incisivo, in passato, da parte dei governi che hanno guidato il paese. È questo in estrema sintesi il messaggio che emerge dall’audizione tenuta ieri dal presidente della Consob, Giuseppe Vegas, di fronte alle commissioni Finanze di Camera e Senato. Un presidente della Consob che torna ad alzare il tiro sull’anomalia del bail-in, quella retroattività che è all’origine delle difficoltà con le quali dalla fine del 2015 devono essere affrontate le crisi bancarie.
Ricostruendo il contesto dal quale è scaturito nei mesi scorsi il decreto salva-banche, Vegas ha ricordato come «l’Italia, anche a causa dei vincoli di finanza pubblica» ha detto, abbia «scelto di contenere al minimo l’intervento dello Stato puntando sulla capacità del sistema di trovare al proprio interno la forza e le risorse finanziarie per superare la crisi. Questo approccio ha contribuito a far sì che le debolezze del sistema bancario domestico, in partenza forse meno gravi di quelle riscontrate in altri paesi, si protraessero nel tempo, finendo per imporsi all’attenzione dei mercati come un focolaio sempre acceso. Il decreto legge intende appunto intervenire su questo focolaio con l’obiettivo di estinguerlo una volta per tutte».
Da qui il giudizio sostanzialmente positivo sul decreto. «In questo senso - ha spiegato - l’impianto generale del provvedimento è condivisibile e dovreb- be portare sollievo al sistema».
Dopo aver sottolineato come anche le regole di Basilea III abbiano «avuto un effetto prociclico che ha finito per aggravare una situazione di incertezza e instabilità», Vegas si è soffermato sulla regola del bail-in: «L’elemento della retroattività si è subito rivelato un fattore di instabilità per il mercato finanziario e in particolare per il comparto bancario. La disciplina ha mutato di colpo il profilo di rischio dei
FOCOLAIO BANCARIO La situazione di attuale difficoltà del sistema bancario italiano poteva forse essere evitata con un intervento più incisivo in passato
titoli in portafoglio ai risparmiatori, peggiorandone la posizione rispetto al momento in cui i titoli sono stati sottoscritti». Il risultato, ha chiosato, è che «con un tratto di penna» uno strumento finanziario possa trasformarsi da prodotto «a rischio basso a un prodotto a rischio medio-alto».
A margine dell’audizione, il presidente Consob ha avuto anche modo di apprezzare l’ipotesi di un rafforzamento delle norme per la difesa delle aziende strategiche. «In Francia l’hanno adottato con un criterio che riguarda la condizione di imprese in certi settori strategici. Bisogna sempre trovare un vestito per le cose. La moda francese in qualche modo fa sempre scuola»