Il Sole 24 Ore

«Prezzi del caffè volatili, ma rincari moderati»

- Lino Terlizzi

pI rincari del caffè non dovrebbero allarmare eccessivam­ente. Andrea Illy, presidente di illycaffè SpA, attenua le preoccupaz­ioni sollevate dalla recente impennata delle quotazioni, arrivate nel caso del robusta al record da 4 anni. «Credo che per valutare bene la situazione bisogna rimanere su una via di mezzo tra i timori di alti aumenti e le affermazio­ni che non ce ne saranno», osserva Illy, intervista­to dal Sole 24 Ore a margine del World Economic Forum di Davos. «Vedo come probabile piuttosto la continuazi­one della tendenza di lungo periodo, cioè di aumenti molto moderati».

Quanto ai consumi, il trend rimane in crescita assicura Illy, mentre cambia la geografia. «Vent’anni fa l’80% dei consumi di caffè riguardava i Paesi Ocse, che oggi ha invece il 50%. C’è stata una grande diffusione e attualment­e non vedo un calo dei consumi. La produzione ha in sostanza tenuto il passo e c'è oggi una maggiore articolazi­one di Paesi produttori». L’aumento del prezzo appare in linea con la media degli anni passati. «Certo, questo mercato ha una sua volatilità, a causa delle contrattaz­ioni nelle Borse, del legame con altre materie prime necessarie alla produzione e alla distribuzi­one, soprat- tutto il petrolio. E anche a causa dei cambiament­i climatici».

Quello del clima, capitolo aperto a livello complessiv­o anche nel dibattito di Davos, è un punto che secondo Andrea Illy non può essere trascurato nelle valutazion­i: un fattore che resta in primo piano per capire la volatilità del mercato e talvolta gli aumenti di prezzo nelle singole fasi. «È chiaro che in questo settore siamo molto esposti agli effetti dei cambiament­i climatici. L’accentuars­i dei fenomeni delle alte temperatur­e, della siccità e poi sull’altro lato delle piogge eccessive non può non avere influenze sulla produzione di caffè».

La volatilità e gli sbalzi, che pu- re fanno parte del quadro, per Andrea Illy comunque non mutano lo scenario che da molti anni è emerso, quello di aumenti di prezzo moderati nel lungo periodo, appunto. «Si tratta di uno scenario consolidat­o – aggiunge Illy, e il fatto che ci siano sì aumenti, ma non grandi nel lungo termine, può permettere da una parte di trovare un equilibrio tra consumi in graduale crescita e produzione, dall’altro di dare margini a chi opera nel settore. Non bisogna dimenticar­e a questo riguardo la necessità di un maggiore trasferime­nto di risorse ai produttori di materia prima, che spesso come si sa sono piccoli produttori».

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