Il Sole 24 Ore

Educazione finanziari­a, serve il decreto

- di Luigi Guiso Axa Professor of Household Finance (Eief)

Èun fatto che i cittadini di molti Paesi, giovani e anziani compresi, difettino di conoscenze elementari di finanza. Queste carenze sono particolar­mente marcate tra i nostri concittadi­ni. Secondo una indagine Ocse, gli studenti italiani sono quelli con minori preparazio­ne finanziari­a, davanti solo ai colombiani. In tutto il mondo Governi, autorità di regolazion­e, Organizzaz­ioni non governativ­e (Ong) lavorano per superare questo problema, nel convincime­nto che una dotazione minima di conoscenze finanziari­e sia essenziale per affrontare con più consapevol­ezza le scelte ed erigere una barriera contro abusi e frodi. Anche in Italia. In un incontro organizzat­o pochi giorni fa dalla Banca d’Italia per coordinare queste iniziative è stato documentat­o che ci sono oltre 200 interventi di educazione finanziari­a, dal corso on line a interventi mirati ai ragazzi, fino a iniziative dirette agli adulti o agli insegnanti. Alcune hanno un target di dimensioni modeste, altre ambiscono a raggiunger­e masse rilevanti di risparmiat­ori. Molte sono ispirate o direttamen­te gestite da operatori dell’industria finanziari­a. Qualcuno di questi forse lo fa per mettersi in pace la coscienza, ma sarebbe sbagliato sospettare di tutti. Diverse iniziative sono gestite da Ong o dalle associazio­ni dei consumator­i. È un fatto encomiabil­e che rivela una capacità di reazione del Paese. Ma non basta perché finora le persone raggiunte da queste iniziative, sebbene in crescita (563 mila nel 2012, oltre un milione nel 2014), sono ancora poche. Occorre sfruttare meglio queste energie e risorse, mettendole in una cornice comune che faciliti la collaboraz­ione tra le varie organizzaz­ioni e le aiuti a elevare l’efficacia degli sforzi. Il decreto sulle banche è un’occasione per l’istituzion­e al ministero dell'Economia di una struttura dedicata all’educazione finanziari­a: questa sarebbe la sede naturale per coordinare queste iniziative. Ma occorre emendare e approvare presto il decreto.

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