Milano e la voglia di Distretto Finanziario
Il Governo potrebbe varare in tempi brevi un decreto per dar vita a un gruppo economico d’interesse europeo
Mentre la fase di hard Brexit entra nel vivo, prende sempre più forma l’ipotesi di creare a Milano un Distretto Finanziario. Il sindaco Beppe Sala, che vuole trasferire nel capoluogo anche l’agenzia per il farmaco, ha già dato il suo pieno appoggio. Ma la vera novità sta nell’impegno del Governo. Dopo mesi di lavoro da parte del comitato Select Milano che ha avanzato questa candidatura, in settimana la Commissione Finanze alla Camera ha approvato l’attesa risoluzione che impegna il Governo a procedere. Ora in tempi brevi con un decreto mini- steriale congiunto (Mef e Mse)si potrebbe dar vita al progetto, ricorrendo al Gruppo Economico d’Interesse Europeo(Geie). «Da tempo crediamo nel potenziale del Distretto finanziario realizzabile con un Geie - spiega Bepi Pezzulli, fondatore di Select Milano -. È uno strumento societario ideale per veicolare la partecipazione di operatori, imprese e associazioni di categoria, su base transfrontaliera».
« I vantaggi offerti da uno strumento di aggregazione di matrice europea come il Geie, recepito in Italia dal D.Lgs. n. 240/1991, sono relativi alla sua strutturale predisposizione a veicolare cooperazione e collaborazioni transfrontaliere tra operatori commerciali - fa eco l’avvocato Romeo Battigaglia, partner dello studio Simmons&Simmons. Si tratta di costituire un soggetto giuridico caratterizzato da un’amplia flessibilità quanto a condizioni economiche e che garantisce ai suoi vari componenti la necessaria discrezionalità circa l’assetto dei rapporti contrat- tuali tra loro e relativi meccanismi di funzionamento».
Venendo specificamente dunque al progetto Select Milano, il Geie consentirebbe di aggregare partner internazionali, come la City of London Corporation ( il soggetto giuridico preposto alla gestione della City finanziaria londinese), piuttosto che l’Ifsc di Dublino, la corrispondente irlandese), così da mettere insieme e veicolare tutta una serie di competenze volte a meglio supportare il progetto. «Nell’ambito del Geie si potrebbe ad esempio promuovere la redazione di codici di disciplina vincolanti - aggiunge Battigaglia -, che poi andrebbero a rappresentare il sistema di autoregolamentazione del distretto finanziario di Milano, al quale possono partecipare, tramite appositi consorzi di categoria, gli operatori bancari, gli intermediari finanziari, le società di gestione del risparmio, i gestori di mercati regolamentati e di sistemi multilaterali, e i prestatori di servizi».
Secondo Select Milano, il capoluogo milanese ha un potenziale elevato: «Può accogliere i tanti operatori che devono abbandonare Londra per effetto di Brexit -aggiunge Pezzulli - ma anche le attività di euroclearing dei derivati in euro che necessariamente dovranno lasciare Londra. A Milano ci sono le competenze e soprattutto Borsa Italiana è parte del Lse. Quindi, c’è tutto l’interesse a valorizzare i suoi asset». E se la Tobin Tax pesa come un macigno sul destino del Distretto finanziario (Select Milano ha proposto la sua abolizione), secondo Luca Peyrano di Borsa Italiana tra le competenze forti di Milano c’è il presidio delle Pmi. «Il segmento Elite, il programma internazionale del London Stock Exchange Group dedicato alle aziende più ambiziose, è stato creato a Milano dove risiede la Holding - spiega Peyrano - è stato esportato in altre sedi, a Londra abbiamo una controllata. Una dimostrazione delle competenze specifiche di Borsa Italiana e della sua attrattività».
E per aggirare la lentezza della giustizia italiana, un ostacolo secondo molti alla sfida milanese, si potrebbe ricorrere all’arbitrato europeo. «Tempi celeri (massimo 12 mesi), un abbattimento degli onorari di circa un terzo (1/3), sezioni specializzate in diversi settori quali quello immobiliare e appalti non ultimo l’instaurazione da parte dell’arbitro di un dialogo costruttivo con le parti - spiega Riccardo Rubino Sammartano della Corte Arbitrale Europea - sono alcuni dei vantaggi che consente questa procedura. Non ultimo il fatto che tempi e costi certi consentono di liberare a bilancio le poste per eventuali controversie. Rispetto alla giustizia civile le parti devono essere concordi nella scelta di questa soluzione. Ma è certamente un’alternativa alla giustizia ordinaria e vicina a quella della City basata sul common law».