Il Sole 24 Ore

Pensioni, l’Ape volontaria va richiesta solo online Domani Tuttopensi­oni 2017

Per le domande va utilizzato lo «Spid» - A metà febbraio i decreti attuativi con i mini-ritocchi

- Colombo e Rogari

Un colpo di accelerato­re. Anche per evitare il rischio di sforare il termine del 1° marzo fissato dalla legge di Bilancio per il varo dei decreti di attuazione dell’Anticipo pensionist­ico. È quello che sta provando a imprimere alla fase attuativa dell’Ape il Nucleo tecnico di politica economica di Palazzo Chigi, che ha assorbito una parte dei compiti della “policy unit” voluta a suo tempo dall'ex premier Matteo Renzi. E per velocizzar­e il più possibile il percorso che dovrà portare al decollo operativo del prestito previdenzi­ale ponte, collocato al 1° maggio, i tecnici della Presidenza del Consiglio stanno pensando al varo simultaneo a metà febbraio (entro il 20) dei principali provvedime­nti attuativi. A partire dai tre decreti del presidente del Consiglio rispettiva­mente sul meccanismo dell’Ape, sull’Ape sociale in particolar­e per “usuranti” e disoccupat­i, nonché sulla riduzione dei requisiti contributi­vi per i lavoratori precoci. Con lo stesso pacchetto dovrebbe vedere la luce il decreto ministeria­le (Lavoro ed Economia) sulla revisione dei criteri sull’anticipo del pensioname­nto dei lavoratori impegnati in attività usuranti. Questi provvedime­nti dovrebbe essere utilizzati anche per cesellare il dispositiv­o dell’Ape con alcuni mini-ritocchi. A cominciare da quello che dovrebbe prevedere per l’accesso all’Ape volontaria l’obbligo di presentare le richieste facendo uso dello “spid”, il nuovo sistema unico d’identità digitale.

L’obiettivo dei tecnici è di mettere a punto un sistema di accesso all’Ape individual­e estremamen­te semplifica­to: con la domanda all’Inps si attiverà una “pagina utente” sulla quale si potrà seguire passo dopo passo tutto il processo di autorizzaz­ione, l’attivazion­e del piano di finanziame­nto e i contratti con banche e assicurazi­oni che verranno scelti dal lavoratore.

Quello sull’Ape volontaria non rappresent­a l’unico fronte attuativo. Un altro, assai meno complesso ma che potrebbe portare qualche novità e al quale sta lavorando il Nucleo tecnico di politica economica di palazzo Chigi, punta a garantire l’accesso dell’Ape social anche agli invalidi del lavoro con una percentual­e di riduzione delle capacità non allineata a quella degli invalidi civili. Attualment­e l’ultima legge di Bilancio prevede l’accesso all’indennità dell’Ape sociale a varie condizioni, tra le quali quella degli invalidi con una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti commission­i per il riconoscim­ento dell’invalidità civile fino al 74% e in possesso di almeno 30 anni di contribuzi­one. Questa soglia esclude però una fetta di lavoratori che non supera il 60% di riduzione delle capacità, secondo le tabelle di trasformaz­ione Inail. Questi lavoratori con il mini-ritocco allo studio potrebbero accedere all’Ape social con un leggero ampliament­o della platea ma senza il ricorso di risorse aggiuntive.

L’ottimizzaz­ione del meccanismo dell’Ape dovrebbe scattare in toto per via amministra­tiva e, quindi, attraverso i Dpcm e i decreti ministeria­li di attuazione. Al momento sembra tramontata la possibilit­à che alcuni degli aggiustame­nti possano confluire in un Dl omnibus, in cui raccoglier­e tutte le modifiche alla legge di Bilancio rimaste al palo per la repentina approvazio­ne della manovra da parte del Parlamento dopo la consultazi­one referendar­ia di dicembre. Ma non è da escludere del tutto che l’ipotesi del Dl omnibus possa rispuntare nei prossimi giorni. Sicurament­e inutilizza­bile è la corsia parlamenta­re del milleproro­ghe all’esame del Senato. Sul versante previdenzi­ale l’unico emendament­o che sarà inserito nel decreto è quello già annunciato dal ministero del Lavoro per confermare anche nel 2017 la misura che ha consentito di non procedere al recupero del differenzi­ale negativo dello 0,1% di inflazione a fronte del dato più basso registrato a consuntivo nel 2015 rispetto a quella prevista.

Intanto l’Inps sta affinando le prime circolari attuative su usuranti e cumulo gratuito (ma non per le Casse). I testi sono quasi pronti. Allo stesso tempo i tecnici di Palazzo Chigi, confermand­o l’intenzione di chiudere tutto il pacchetto attuativo per metà febbraio, stanno lavorando anche su un altro fronte strategico per il decollo dell’Ape: quello degli accordi quadro con Abi e Ania, per i quali si parte da un tasso Tan al 2,5% e un premio assicurati­vo al 29% che potrebbero tuttavia essere ridotti. Al Mef spetta invece il compito di confeziona­re con l’Inps la convenzion­e sul Fondo di garanzia da 70 milioni che servirà per coprire l’80% degli eventuali mancati rimborsi in casi particolar­i fissati nel Dpcm.

GLI AGGIUSTAME­NTI Si studia una leggera estensione della platea dell’Ape social: accesso anche agli invalidi sul lavoro con una riduzione del 60% delle capacità

IL RUOLO DELL’INPS L’Istituto prepara le circolari su usuranti e cumulo gratuito (ma non per le Casse) e lavora con il Mef sulla convenzion­e per il Fondo di garanzia

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