Adempimenti meno caotici per una vera semplificazione
Il 730 precompilato si avvia a completare il triennio di sperimentazione registrando importanti miglioramenti rispetto al suo esordio, sia per il grado di affidabilità, sia per la completezza dei dati relativi ai redditi e agli oneri. Questo servizio, che tende a gestire in modo nuovo e più moderno la materia fiscale, va, dunque, valutato positivamente nel suo complesso. Ci si propone, infatti, di semplificare gli adempimenti per alcune fasce di contribuenti, ridurre gli oneri di controlli e verifiche su una vasta platea di soggetti, diminuire il rischio di errori e, soprattutto, migliorare il senso di fiducia del cittadino verso le istituzioni tributarie.
Questi obiettivi, nonostante i notevoli sforzi profusi dall’amministrazione finanziaria, dai contribuenti e dagli intermediari non sono stati ancora completamente raggiunti. Il livello di coordinamento dei dati e delle informazioni, che ha un ruolo primario nel successo dell’esperimento, appare ancora carente. Anche quest’anno sarà molto elevata la percentuale di coloro che saranno scoraggiati dalla complessità delle verifiche necessarie e dalla difficoltà di reperimento di tutti gli elementi richiesti per il dialogo diretto con il Fisco. Per molti sarà dunque necessario rivolgersi a Caf e professionisti, per i quali si prospetta un’altra stagione impegnativa. La semplificazione della dichiarazione precompilata, infatti, non ha riguardato la maggior parte degli adempimenti e il cittadino è spesso costretto a rivolgersi ad un esperto per evitare di perdersi nella giungla di detrazioni e deduzioni fiscali. Questo fenomeno riduce fortemente l’impatto innovativo del servizio, rischiando di tradursi paradossalmente in un maggior onere per i contribuenti, soprattutto per quelli delle fasce più deboli.
Il limite maggiore è stato forse quello di non far partire, insieme all’esperimento della precompilata, una profonda riforma del sistema, volta ad una vera semplificazione degli adempimenti a carico delle persone fisiche. Un obiettivo fondamentale che, pur mantenendo invariato il livello complessivo del prelievo, potrebbe costituire una importante risorsa per lo Stato e per i cittadini, facendo realizzare forti risparmi in termini di oneri amministrativi: basti pensare che dalla sola dichiarazione precompilata, a regime, sono previsti benefici per oltre un miliardo di euro.
È infatti soprattutto nel campo degli oneri deducibili e delle detrazioni che è mancata una razionalizzazione che aiuti il contribuente a gestirsi autonomamente la propria dichiarazione. Forse, anche confrontandoci con i sistemi dei principali paesi esteri, è giunto il momento di ridurre il numero troppo elevato di deduzioni e detrazioni e di renderne più semplice il riconoscimento ai fini fiscali. Lo sfoltimento delle tax expenditures e la semplificazione, però, devono essere completati con la capacità del fisco di utilizzare le informazioni acquisite in modo efficace e senza coinvolgere, se non con i necessari controlli, i contribuenti.
Un Fisco finalmente amico e digitalizzato. Sotto questo profilo la strada intrapresa è giusta ma l’obiettivo resta distante. Le numerose banche dati attualmente a disposizione del Fisco, infatti, non sono del tutto affidabili e non consentono ancora un dialogo diretto e costruttivo con il contribuente.