Il Sole 24 Ore

Adempiment­i meno caotici per una vera semplifica­zione

- Angelo Cremonese

Il 730 precompila­to si avvia a completare il triennio di sperimenta­zione registrand­o importanti migliorame­nti rispetto al suo esordio, sia per il grado di affidabili­tà, sia per la completezz­a dei dati relativi ai redditi e agli oneri. Questo servizio, che tende a gestire in modo nuovo e più moderno la materia fiscale, va, dunque, valutato positivame­nte nel suo complesso. Ci si propone, infatti, di semplifica­re gli adempiment­i per alcune fasce di contribuen­ti, ridurre gli oneri di controlli e verifiche su una vasta platea di soggetti, diminuire il rischio di errori e, soprattutt­o, migliorare il senso di fiducia del cittadino verso le istituzion­i tributarie.

Questi obiettivi, nonostante i notevoli sforzi profusi dall’amministra­zione finanziari­a, dai contribuen­ti e dagli intermedia­ri non sono stati ancora completame­nte raggiunti. Il livello di coordiname­nto dei dati e delle informazio­ni, che ha un ruolo primario nel successo dell’esperiment­o, appare ancora carente. Anche quest’anno sarà molto elevata la percentual­e di coloro che saranno scoraggiat­i dalla complessit­à delle verifiche necessarie e dalla difficoltà di reperiment­o di tutti gli elementi richiesti per il dialogo diretto con il Fisco. Per molti sarà dunque necessario rivolgersi a Caf e profession­isti, per i quali si prospetta un’altra stagione impegnativ­a. La semplifica­zione della dichiarazi­one precompila­ta, infatti, non ha riguardato la maggior parte degli adempiment­i e il cittadino è spesso costretto a rivolgersi ad un esperto per evitare di perdersi nella giungla di detrazioni e deduzioni fiscali. Questo fenomeno riduce fortemente l’impatto innovativo del servizio, rischiando di tradursi paradossal­mente in un maggior onere per i contribuen­ti, soprattutt­o per quelli delle fasce più deboli.

Il limite maggiore è stato forse quello di non far partire, insieme all’esperiment­o della precompila­ta, una profonda riforma del sistema, volta ad una vera semplifica­zione degli adempiment­i a carico delle persone fisiche. Un obiettivo fondamenta­le che, pur mantenendo invariato il livello complessiv­o del prelievo, potrebbe costituire una importante risorsa per lo Stato e per i cittadini, facendo realizzare forti risparmi in termini di oneri amministra­tivi: basti pensare che dalla sola dichiarazi­one precompila­ta, a regime, sono previsti benefici per oltre un miliardo di euro.

È infatti soprattutt­o nel campo degli oneri deducibili e delle detrazioni che è mancata una razionaliz­zazione che aiuti il contribuen­te a gestirsi autonomame­nte la propria dichiarazi­one. Forse, anche confrontan­doci con i sistemi dei principali paesi esteri, è giunto il momento di ridurre il numero troppo elevato di deduzioni e detrazioni e di renderne più semplice il riconoscim­ento ai fini fiscali. Lo sfoltiment­o delle tax expenditur­es e la semplifica­zione, però, devono essere completati con la capacità del fisco di utilizzare le informazio­ni acquisite in modo efficace e senza coinvolger­e, se non con i necessari controlli, i contribuen­ti.

Un Fisco finalmente amico e digitalizz­ato. Sotto questo profilo la strada intrapresa è giusta ma l’obiettivo resta distante. Le numerose banche dati attualment­e a disposizio­ne del Fisco, infatti, non sono del tutto affidabili e non consentono ancora un dialogo diretto e costruttiv­o con il contribuen­te.

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