La Rita decolla senza tappe intermedie
Confermato l’avvio al 1° maggio per lo «zainetto» previdenziale senza ulter ior i atti amministrativi
I l decollo dell’Ape porterà con sé l’avvio della sperimentazione dell’altra grande novità contenuta nel “pacchetto previdenza” della legge di Bilancio: la rendita integrativa temporanea anticipata (Rita), che consentirà a chi ha aderito a un fondo pensione a contribuzione definita di accedere all’intero capitale cumulato o in soluzione unica o come rendita. Per utilizzare questo ulteriore “zainetto finanziario” i n maniera flessibile nel periodo di passaggio (da 6 mesi a 3,7 anni) dal lavoro alla pensione ser- vono, com’è noto, gli stessi requisiti dell’Ape: 63 anni e 20 di contributi e una pensione di base maturata non inferiore a 1,4 volte il minimo (501 euro mensili nel 2016).
Il percorso non prevede tappe intermedie: bisognerà ottenere la certificazione Inps, da chiedere dopo aver ottenuto uno “Spid” che sostituisce il vecchio Pin, dopodiché il fondo pensione erogherà la prestazione senza bisogno di ulteriori atti amministrativi. A differenza del meccanismo dell’Ape, dunque, per il decollo della Rita non saranno necessari provvedimenti attuativi. La “traccia” indicata dall’ultima legge di Bilancio, che è stata approvata a dicembre dal Parlamento, è già sufficiente per tendere utilizzabile questo dispositivo.
Rispetto alle attuali forme di anticipo del montante cumulato sul fondo pensione con Rita si beneficerà di un trattamento fiscale agevolato assimilato a quello delle rendite: 15% , ridotto dello 0,30% per ogni anno di iscrizione al fondo eccedente il 15esimo, con un massima fissato al 6 per cento.
Questa flessibilità di anticipo della rendita pensionistica complementare va oltre le misure previste nel disegno di legge sulla concorrenza che potrebbe essere approvato in via definitiva entro marzo, secondo le indicazioni del nuovo Governo. Anche se il provvedimento ha fin qui marciato a singhiozzo.
Nel testo si prevedono due cose: 1)la possibilità di accedere in via anticipata alla rendita per i disoccupati di lungo corso (almeno 24 mesi); 2) la facoltà di destinare anche solo una parte del trattamento di fine rapporto (Tfr) alla previdenza complementare sulla base di intese collettiva.
Opzioni nuove e tutte da testare, com’è stato osservato nei giorni scorsi a Roma in occasione di un convegno organizzato da Assoprevidenza sulle novità del Welfare contenute in manovra. Anche se nel corso del convegno non sono mancati i toni scettici sul reale utilizzo che potrebbe essere fatto di Rita già nei primi mesi della sperimentazione. Si vedrà.
IL MECCANISMO Basterà ottenere la certificazione Inps per vedere erogata la prestazione da parte del fondo pensione