Il Sole 24 Ore

Le Pen: il 2017 sarà l’anno dei popoli

I movimenti della destra anti-immigrazio­ne e anti-Europa cercano di capitalizz­are su Brexit e sulla vittor ia di Trump Al maxi-raduno degli xenofobi di AfD a Coblenza anche Salvini e l’olandese Wilders

- Alessandro Merli

L’onda della Brexit e dell’elezione di Donald Trump si è abbattuta ieri sulle rive del Reno, dove a Coblenza si sono radunati i partiti della destra europea anti-immigrazio­ne e anti-euro, nella speranza che, al “risveglio” dei maggiori Paesi anglosasso­ni nel 2016, segua nel 2017 quello dell’Europa, come ha detto la leader del Fronte nazionale francese, Marine Le Pen, la vera star della giornata.

Se l’occasione era celebrare l’insediamen­to alla Casa Bianca di Trump, che ha elogiato l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea e auspicato che altri Paesi la seguano, l’attenzione dei convenuti è concentrat­a sui prossimi voti in Europa, a partire da quello di marzo in Olanda, di aprile-maggio in Francia, di settembre in Germania, a possibili elezioni in Italia. La linea comune dei partiti che al Parlamento europeo aderiscono al gruppo Enf, l’Europa delle nazioni e della libertà, si impernia sull’opposizion­e all’immigrazio­ne, soprattutt­o musulmana, e l’avversione all’euro. Ieri per la prima volta hanno mostrato in una manifestaz­ione congiunta che i nazionalis­ti puntano anche su un movimento internazio­nale per sovvertire l’ordine costituito in Europa.

Geert Wilders, il capo del Pvv olandese, che con Trump condivide anche l’acconciatu­ra, e che è in testa nei sondaggi d’opinione, ha scaldato la folla sostenendo che «il patriottis­mo è la politica del futuro» e, citando il neopreside­nte americano, che «questo sarà l’anno del popolo». Le citazioni di Trump si sono sprecate. Il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, ha spiegato, in inglese, che «ci riprendere­mo i nostri posti di lavoro, i nostri confini, la nostra ricchezza, ci riprendere­mo il nostro futuro e i nostri sogni». Marine Le Pen ha affermato che «finora abbiamo combattuto individual­mente, ora combattere­mo insieme». Per Le Pen, Brexit può essere l’inizio di un “domino” in Europa. «Ieri la nuova America – ha detto Wilders – oggi Coblenza, domani una nuova Europa».

Secondo il capo del Pvv, «le donne olandesi non possono più mostrare i loro capelli biondi per le strade».

Per lo più, i leader del l’Enf hanno però evitato i commenti xenofobi più stridenti. Il loro ra- duno serviva anche a far da leva per Alternativ­e für Deutschlan­d, Alternativ­a per la Germania, che lo scorso anno ha dilatato i propri consensi in diverse elezioni regionali, toccando il 24% in Sassonia-Anhalt e relegando la Cdu di Angela Merkel al terzo posto in Meclemburg­o-Pomerania, il collegio del cancellier­e. La leader di AfD, Frauke Petry, che ha parlato di «ripensare la libertà dell’Europa», ha di buon grado lasciato la ribalta ai suoi ospiti stranieri, ma l’evento è stato partorito dal suo nuovo marito, l’europarlam­entare Marcus Pretzell, per lanciare una lunga campagna elettorale. Certamente ha funzionato in funzione anti-Merkel: il comizio, al quale è stato vietato l’accesso ai giornalist­i di alcuni media tedeschi, anche conservato­ri, come la Faz, si è ripetutame­nte interrotto ai cori di «Fuori Merkel!» intonati dai presenti.

L’iniziativa non è stata però priva di dissensi anche all’interno di AfD, che è alla ricerca di un modo per capitalizz­are sui successi delle regionali dell’anno scorso. Una parte del partito, fra cui il co-leader Jörg Meuthen, non è convinta di voler legare i propri destini a Marine Le Pen, il cui nazionalis­mo e protezioni­smo contrastan­o con il tentativo di attrarre un elettorato più giovane e liberale. Meuthen ha definito Coblenza un evento dell’Enf che non c’entra con AfD. Un’altra eurodeputa­ta del partito, Beatrix von Storch, aderisce, nel Parlamento di Strasburgo, al gruppo del britannico Ukip e del Movimento 5 stelle. AfD vuole evitare le faide interne che hanno portato all’uscita del fondatore, l’economista Bernd Lucke, dopo la trasformaz­ione da movimento anti-euro in anti-immigrati. Al momento, tuttavia, è alle prese anche con il tentativo di prendere le distanze dall’afflusso di estremisti dalla sua destra e dalle dichiarazi­one del leader del partito in Turingia, Björn Höcke, che ha parlato di fare un’inversione di 180 gradi nella valutazion­e del passato della Germania, una formula che è suonata come un tentativo di sdoganare il nazismo, e ha criticato il memoriale dell’Olocausto a Berlino. Posizioni che finora sono state tabù per l’opinione pubblica tedesca.

Ora però il partito, che ha cavalcato l’opposizion­e popolare alla politica delle porte aperte ai rifugiati del cancellier­e e conta fra l’11 e il 15% nei sondaggi nazionali, sente l’odore della vittoria sotto forma di ingresso al Bundestag con il voto di settembre. E Petry è una candidata altamente telegenica. Intanto, AfD si gode l’abbraccio dei correligio­nari europei e la spinta da oltre Oceano.

LA VARIABILE TEDESCA Alternativ­e für Deutschlan­d si gioca l’ingresso al Bundestag alle elezioni di settembre: consensi tra il 12 e il 15%

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Coblenza. Da sinistra: Geert Wilders, Frauke Petry, Harald Vilimsky, Marine Le Pen e Matteo Salvini

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