Prodi: il centrosinistra unito non è irripetibile
Un Ulivo 2.0 che sbarri la strada all’arrivo del trumpismo in Europa. L’invito arriva direttamente da chi l’Ulivo lo ha forgiato e portato alla guida del Paese: Romano Prodi. È l’ex premier, da Bologna, ad aver definito ieri «l’esperienza del centrosinistra unito non irripetibile». Parole che concludono una settimana in cui Prodi è tornato al centro della scena politica e che vanno ad alimentare un dibattito che, nel Pd post-4 dicembre, è destinato ad emergere con tutta la sua forza. La prospettiva di un nuovo Ulivo, infatti, va ad incrociarsi con quella del ritorno al Mattarellum. Ipotesi caldeggiata dal segretario Dem Matteo Renzi e che, ad una manciata d’ore dalla sentenza della Consulta sull’Italicum, continua ad avere diversi big tra i suoi estimatori.
«Il Pd ritiene il Mattarellum lo strumento migliore per corrispondere alla sfida dell’Ulivo», è il commento del vice segretario Dem Lorenzo Guerini che plaude alle parole di Prodi sul riformismo e sul lavoro che attende il campo progressista in Italia e non solo. Quello di Prodi è un invito che parte dal clima politico americano ed europeo. Il discorso di insediamento di Donald Trump «è preoccupante» e «lo interpreto come una necessità dell’Europa di mettersi assieme perché di fronte a un’America che vuole rompere i rapporti, noi o siamo uniti o finiamo male», ha spiegato Prodi.
Certo, per l’ex premier non basta il nome Ulivo a riproporre un centrosinistra al quale serve un «rinnovamento». Ma le sue parole, in un momento in cui la sinistra Pd si dice alla ricerca di un “nuovo Prodi” che contenda la candidatura alla premiership a Matteo Renzi, vanno a colpire il cuore del dibattito interno ai Dem. «Il centrosinistra unito è un nostro obiettivo ma per questo è indispensabile rimettere al centro la questione sociale e archiviare la stagione dell’uomo solo al comando», ha puntualizzato l’esponente della minoranza Roberto Speranza interpretando l’idea di chi ha visto il Pd renziano soprattutto come un campo respingente per l’elettorato di sinistra.
Sugli equilibri interni, la settimana prossima, irromperà la nuova segreteria mentre sull’intreccio tra primarie e Congresso sarà la tempistica del voto a farla da padrona. Una tempistica che vede i renziani decisi ad andare alle urne a giugno ma che, negli ultimi giorni, registra una crescita dei frenatori interni ai Dem. L’idea dell'Ulivo 2.0 si inserisce perfettamente nel percorso progressista messo in campo da Giuliano Pisapia e agita, tuttavia, Sinistra Italiana. Gli ex Sel, in vista del congresso di febbraio, restano in bilico tra chi non vorrebbe prescindere dall’alleanza con il Pd e coloro che, invece, non vedono più alcun anello di congiunzione con il Nazareno.
LA SINISTRA FUORI DAL PD L’Ulivo 2.0 si inserisce nel percorso progressista di Pisapia mentre gli ex Sel restano in bilico tra chi vuole l’alleanza con il Pd e chi vuole rompere