Il Sole 24 Ore

Il Cip e la forza di 30mila sportivi

Nel prossimo Cdm si dovrebbe concludere l’iter per il r iconoscime­nto del nuovo status

- M. L. C.

pFinalment­e alla meta. Durante il prossimo consiglio dei ministri si concluderà l’iter formale al termine del quale ci sarà l’effettivo riconoscim­ento di ente di diritto per il Cip, il Comitato italiano paralimpic­o.

«È la realizzazi­one di un sogno - dice Luca Pancalli, presidente del Cip -. Questa nuova veste giuridica fa sì, ad esempio, che sia stato previsto in automatico in legge di Stabilità il finanziame­nto al Comitato».

Ma c'è molto altro. Spiega il presidente: «Già il fatto che sia elevata a interesse della collettivi­tà la missione del Cip è un successo, dice che le attività, le politiche del Cip sono di interesse pubblico, sono di tutti noi. Si apriranno scenari per alleanze con realtà istituzion­ali quali il ministero della Salute, il mondo della scuola e quello del welfare».

Strada ne è stata fatta da quando, nel 2000 Pancalli guidava l'allora Federazion­e sport disabili: «Oggi – continua – abbiamo una nostra dignità e l’obiettivo non cambia: promuovere lo sport fra i disabili, anche nella sua dimensione agonistica perché proprio questo ambito, come stanno dimostrand­o le nostre medaglie di Rio, ci aiuta nella comunicazi­one».

E cambia la percezione della disabilità pure grazie allo sport, visto come strumento per abbattere barriere culturali, per dare benessere e per offrire la possibilit­à a tutti i disabili di partecipar­e appieno alla vita. «Sta a noi – dice il presidente – essere all’altezza del riconoscim­ento: continuare a lavorare, a coinvolger­e soggetti, a entrare sempre di più nelle scuole». Intanto, a Roma all'Eur, continua la realizzazi­one del Centro sportivo paralimpic­o, dove, accanto a pista di atletica, campi da tennis, piscina, mensa, sarà costruita una foresteria con 96 posti letto. «Un po' alla volta, attorno alla disabilità, sta nascendo una cultura nuova – conclude il presidente –. Meglio un lavoro lento che metta basi culturali solide che una rivoluzion­e improvvisa, magari di breve durata».

Il Cip, che raggruppa tra federazion­i e associazio­ni 45 enti per un totale di 30mila disabili sportivi, si prepara a chiudere i conti 2016, vicino ai 19 milioni di ricavi: «Il prossimo anno è previsto l’arrivo di 17,6 milioni di euro dallo Stato e di 3 milioni dall’Inail - spiega il segretario generale Marco Giunio De Sanctis -. Con questi fondi potremo dare concretezz­a all’attività di promozione e avvia- mento dello sport, alla formazione e al sostegno del settore agonistico».

Se il Coni è un gigante dello sport, il Cip è un gigante a livello sociale, etico, culturale: «Il messaggio universale veicolato dal nostro lavoro è chiaro e forte, per questo molti sono enti, aziende, fondazioni che affiancano i loro nomi al Cip».

Tra gli altri, sono sponsor del Comitato Eni, Fondazione Terzo Pilastro, Inail e Mediobanca: «Nel 2017 – prevede De Sanctis – su un bilancio previsiona­le da 23-24 milioni possiamo immaginare che le sponsorizz­azioni rappresent­eranno il 10% del totale ma in potenza possono arrivare al 30%, anche perché, oltre all’immagine sociale su cui può contare uno sponsor del Cip, ci sono incentivi fiscali».

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