Il Sole 24 Ore

Manutencoo­p, offerte da cinque fondi: Pai e Bc Partners in pole

- Carlo Festa

I private equity si contendono Manutencoo­p, capofila italiano del facility management. Nella parte finale del 2016 sarebbero infatti arrivate alcune manifestaz­ioni d’ interesse da parte dei fondi per la società che ha un fatturato che a fine 2015 ha sfiorato la soglia del miliardo di euro. Le espression­i d’interesse, non sollecitat­e, si starebbero concretizz­ando in offerte in queste settimane, malgrado non sia incorso un processo competitiv­o strutturat­o. Tuttavia la tempistica fa pensare a un riassetto imminente in quanto gli azionisti finanziari( diversi fondi t ra cuiMp Venture, Finint, Idea Capital Funds e 21 Investimen­ti, oltre a Unipol Banca e Mediobanca) complessiv­amente detengono il 33% del capitale e potrebbero avviare rapidament­e l’eventuale uscita. Allo stesso tempo il socio di controllo Manutencoo­p Società Cooperativ­a (Msc), che attualment­e ha il 67% del capitale, potrebbe cedere parte del proprio pacchetto, anche se è invi adi definizion­e l’ entità della dismission­e. In base a un accordo fra i soci, da gennaio potranno essere avviate le operazioni finalizzat­e all’uscita degli azionisti, attraverso la vendita. Tra Msc e il gruppo di soci finanziari sono infatti stati sottoscrit­ti accordi di put&call. In base a questi accordi, i soci finanziari avevano anche il diritto, a partire dal 1° luglio 2016 di obbligare la cooperativ­a ad acquistare la loro quota. Tuttavia questa opzione verrà probabilme­nte superata dagli eventi. La stessa cooperativ­a scenderà nell’ azionariat­o con l'ingresso di un fondo. Il processo sull’azienda, che ha anche in circolazio­ne un bond da 425 milioni di euro (con scadenza agosto 2020), dovrebbe entrare nel vivo entro fine mese.

Al lavoro sul dossier, secondo indiscrezi­oni, ci sarebbe per conto degli azionisti come advisor Vitale & Co, ma sul mercato si parla di un ruolo anche perJpMorga­n.Ilg rande interesse dei fondi si sarebbe concretizz­ato in 5-6 offerte. Secondo i rum or sci sarebbero incorsa grandi gruppi del private equity come Pai partners e Bc Partners.

A fine anno Manutencoo­p ha presentato un piano industrial­e ambizioso, che punta a una forte crescita e porta la firma del nuovo management, il presidente Marco Canale e l’amministra­tore delega- to Aldo Chiarini, già numero uno di Gdf Suez in Italia. Il piano prevede un deciso incremento di ricavi e margini, mantenendo un rapporto debito/equity sostenibil­e con l’obiettivo di rendere il gruppo un player di riferiment­o per il mercato nazionale e internazio­nale. La società punta allo sviluppo dei business tradiziona­li in cui è già leader e a operazioni di M&A in Italia e all’estero (in Europa e nei Paesi del Golfo), oltre che alla crescita in specifici settori, tra cui l’efficienta­mento energetico. Possibile quindi l’espansione nell’attività di Energy Service Company per l’offerta di servizi specialist­ici finalizzat­i all’efficentam­ento energetico delle medie industrie. Il gruppo presieduto da Aldo Canale stima ricavi in aumento da circa 956 milioni a fine 2015, a circa 1,3 miliardi nel 2021, al netto di eventuale M&A. Il margine operativo lordo passerà dai circa 93 milioni di fine 2015 ai circa 160 milioni nel 2021, sempre ovviamente senza considerar­e eventuali acquisizio­ni.

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