Bcc, Banca d’Alba sceglie Iccrea e punta a sottogruppo territoriale
La seconda Bcc italiana prende posizione fra i due gruppi
Anche la Banca d’Alba, la seconda Bcc italiana per patrimonio (oltre 310 milioni) decide l’adesione al gruppo Iccrea. La scelta verrà portata domani in cda, dopo che una strada analoga è stata ufficializzata mercoledì scorso dalla Bcc di Roma. L’attenzione sulle mosse della Banca d’Alba è alta da settimane, perché potrebbe influenzare la decisone delle altre Bcc piemontesi, sulle quali punta anche Cassa centrale banca per poter dare vita a un gruppo alternativo. L’istituto piemontese non si ferma qui. Il board darà mandato al vicepresidente Pierpaolo Stra di avviare i contatti con altre Bcc di Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna per valutare i presupporti di un accordo finalizzato a dare vita, ad esempio, a un sottogruppo territoriale con l’obiettivo di «so- stenere all’interno del gruppo una strategia basata su logiche ed esigenze condivise e che fanno perno sull’efficienza e il rispetto dell’autonomia territoriale» spiega Stra a IlSole24Ore.
«La Banca d’Alba ha fatto la propria scelta dopo un’attenta analisi- racconta Stra -. Iccrea ha già una dotazione patrimoniale, pari a 1,7 miliardi, ben superiore a quella minima richiesta dalla legge. Non solo: Banca d’Alba è uno degli azionisti di riferimento con l’1,76% del capitale. Non è una quota irrilevante se si consi- dera che la partecipazione al capitale di una banca per un valore superiore al 10% del patrimonio di vigilanza implica l’assorbimento di una quota importante di patrimonio. E ancora: Iccrea ha posto nello statuto un vincolo al possesso azionario del 5 per cento. Tra le Bcc di maggior peso ci sono la Bcc di Roma, noi e la Bcc ravennate e imolese, Emilbanca per citare alcuni casi».
Tra le motivazioni della scelta dell’istituto piemontese «c’è anche il fatto Iccrea è una società strutturata, fornisce importanti servizi alle Bcc da molto tempo e da molto collaboriamo, siamo integrati nella struttura commerciale. Ed è una banca già vigilata dalla Bce», chiosa Stra.
«Siamo interessati a un’iniziativa comune con Bcc che operano in regioni limitrofe alla nostra e con le quali condividiamo valori ed esigenze - continua - con l’obiettivo di rappresenta- re una voce importante all’interno del gruppo. Iccrea è una realtà nazionale e in quest’ambito potrebbe trovare spazio, ad esempio, il rafforzamento di una struttura operativa decentrata, magari partendo dalla sede già esistente a Milano. Oppure si potrebbe pensare alla costituzione di un sottogruppo territoriale, così come previsto dalla legge, che abbia lo scopo di condividere priorità ed esigenze comuni. Sono ipotesi di lavoro che vanno sviluppate».
Sulla scelta della Banca d’Alba è puntata l’attenzione del sistema in questo momento. «Non sono in grado di dire se la nostra decisione avrà un peso per gli altri - replica Stra -. Siamo disponibili a a condividere le ragioni che ci hanno portato a questa determinazione. Voglio precisare che con Ccb abbiamo rapporti di stima reciproca e collaboriamo da lungo tempo. La scelta non è contro qualcuno. L’adesione a Ccb ci sarebbe costata 30 milioni, da sottrarre al patrimonio libero. Resto convinto che avrebbe molto più senso lavorare tutti assieme invece che dividersi. Sono speranzoso sul fatto che i due gruppi prima o poi convergeranno».
LO SCENARIO Il vicepresidente Stra apre ad altri istituti: «Siamo interessati a un’iniziativa comune con Bcc che operano in regioni limitrofe alla nostra»