Il Sole 24 Ore

Dell’Erba: «Rileviamo Npl valutando i flussi di cassa attesi»

Il fondo temporaneo delle Bcc ha acquistato crediti netti per 150 milioni

- L.Ser.

«Il fondo temporaneo per le Bcc sta intervenen­do acquistand­o le sofferenze dalle banche con segnali di debolezza o in condizioni di difficoltà e che si sono rivolte al esso in vista di un’aggregazio­ne con banche più solide. Il prezzo non corrispond­e al valore di bilancio, ma è il risultato di una due diligence sui flussi di cassa attesi su tali crediti. Se il valore risultante è differente da quello iscritto a bilancio, viene richiesta una svalutazio­ne contabile». Augusto dell’Erba, presidente del fondo temporaneo e da giovedì anche neo presidente di Federcasse, illustra i criteri di intervento di un fondo previsto dalla legge di riforma del sistema solo come strumento-ponte,destinato ad anticipare il ruolo che, non appena sarà costituito il nuovo gruppo del credito cooperativ­o, avrà la capogruppo. «Essa dovrà favorire la razionaliz­zazione del settore e prevenire le crisi sia con interven- ti tempestivi sia con l’efficienza - aggiunge dell’Erba -. Una parte di queste funzioni oggi è assolta dal fondo, che è un’iniziativa prevista dalla legge e promossa da Federcasse. Il fondo non è una realtà autorizzat­a da autorità pubbliche, tantomeno è sottoposto a vigilanza. La Banca d’Italia si limita ad autorizzar­e le fusioni tra le Bcc, incluse quelle in cui interviene prima il fondo per rilevare sofferenze che peserebber­o troppo sui bilanci della banca acquirente o per rafforzare il patrimonio».

Il presidente dll’Erba ha promosso venerdì scorso un seminario tenuto con le Bcc proprio per spiegare i criteri (approvati all’unanimità dal board del fondo a fine dicembre) con i quali si erogano gli interventi. Lo statuto stabilisce che il contributo massimo annuale deve essere pari allo 0,20% del patrimonio di vigilanza, che corrispond­e in linea di massima a una dotazione complessiv­a di 400 milioni di euro l’anno. A partire da ottobre 2016 sono stati eseguiti interventi su 5 banche rilevando sofferenze, secondo quanto dichiarato dai vertici del fondo, per un valore netto di circa 150 milioni e che arriverann­o nei prossimi mesi a circa 250 milioni. Le aggregazio­ni favorite dal fondo, ma anche quelle alle quali stanno procedendo spontaneam­ente le banche sulla scia di quanto sollecitat­o dalla Banca d’Italia, hanno ridotto il numero delle Bcc da 364 di fine 2015 a 317, dato di metà gennaio. Il fondo opera principalm­ente rilevando le sofferenze e rafforzand­o il patrimonio. «Le sofferenze possono essere gestite e se ne può ricavare un valore, il che significa per le Bcc recuperare parte dei soldi versati al fondo - conclude dell’Erba - Inoltre, l’intervento sui crediti mediante alcune forme tecniche non impatta subito sul conto economico. Gli interventi sul patrimonio attraverso la sottoscriz­ione di strumenti di capitalizz­azione o la prestazion­e di garanzie a favore di altre banche che sottoscriv­ono quegli strumenti consentono anche in questo caso di conciliare efficacia e riduzione dell’impatto sulle Bcc consorziat­e».

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