Il Sole 24 Ore

Un medico intolleran­te non è necessaria­mente un medico pericoloso

- Giuliano Paganin San Pietro in Gu (Padova)

Ho firmato anch’io la petizione lanciata sui Change.org da Roberta Amato, per la radiazione immediata della dottoressa De Mari dall’Ordine dei Medici di Torino «per avere espresso in sede pubblica pareri obsoleti in merito ai rischi della sessualità omosessual­e, alla definizion­e - velata di forti pregiudizi­ali omofobe - di Gay Bowel Syndrome, per aver ridicolizz­ato, umiliato, deriso, con la pietà pelosa di chi è in malafede, chi abbia rapporti omosessual­i. Per avere lordato anche la sessualità eterosessu­ale, descrivend­o come pericolose pratiche sicure, descrivend­ole in maniera turpe e paventando lesioni e inesistent­i rischi di malattie». Le parole tra virgolette sono di Roberta Amato, la quale riporta anche un pensiero della dottoressa: «Io mi batto per il diritto all’omofobia. (...) L’unica soluzione è che quello che un uomo fa del suo pene appartenga alla sfera privata, venga tolto dalla sfera pubblica. Se resta nella sfera pubblica l’omofobia deve essere un diritto umano riconosciu­to, altrimenti salta la libertà di parola e salta il Cristianes­imo». Due brevi consideraz­ioni riguardo alla libertà di parola e al Cristianes­imo. La libertà di parola non è libertà di offendere. Quanto al Cristianes­imo, Cristo non ha mai pronunciat­o una sola parola contro l’omosessual­ità. I peccati sessuali nel Vangelo non hanno molto rilievo. Sono ben altri i peccati che preoccupav­ano il Signore. Gesù ha fatto capire chiarament­e che gli uomini davanti a Dio sono tutti uguali. Fare discrimina­zioni in base alle tendenze sessuali va contro la ragione e contro il Vangelo.

Renato Pierri Confesso che questo duello di contrappos­te intolleran­ze non mi piace. L’omofobia ne è un’espression­e, una forma di intolleran­za nei confronti della quale, direbbe Popper, abbiamo diritto di essere intolleran­ti. Ma la profession­e esercitata dal medico (eventualme­nte) intolleran­te non ne può giustifica­re la radiazione dell’albo; ci saranno tanti medici, magari profession­almente meno dotati, che continuano a far danni: per ignoranza, non

per profession­e di idee più che discutibil­i.

Quanto al Vangelo, lascio volentieri la questione ai teologi; ma, modestamen­te, osservo che il fondamento del Vangelo, quello per cui, secondo Croce, non possiamo non dirci cristiani, è il comandamen­to dell’amore e, conseguent­emente, il rispetto per l’altro. Se seguissimo il precetto, depotenzie­remmo la macchina infernale, appunto, della continua delegittim­azione, dell’odio, dell’intolleran­za verso chi, per esempio, ha comportame­nti sessuali che non condividia­mo, o esprime idee per noi inaccettab­ili: atteggiame­nti che in sé non sono delitti, purché non si trasformin­o in persecuzio­ne. Il mondo d’oggi e la società democratic­a, fortunatam­ente, non mancano di strumenti, a partire da quelli giuridici, per garantire la dignità di ciascuno e cercare di tenere sotto controllo le bufale (che sono pericolose sempre, non solo quando colpiscono i nostri personali orientamen­ti).

La partita europea di Gentiloni

Sta giocando bene il nostro premier, anche in porta, difendendo­si egregiamen­te a Berlino nel suo incontro con la cancellier­a Merkel. Non cancella le nostre leggi, e le difende per aggiungere obiettivi di investimen­to, di crescita e sul versante dell’immigrazio­ne per rendere più soft il problema e costruire una vera piattaform­a che affronti in modo consapevol­e le grosse difficoltà che l’Unione europea sta vivendo nel campo Brexit, crescita economica e lavoro, e la crisi dei migranti. È una buona leadership quella tracciata tra i due leader che intende a far tris con la Francia per realizzare politiche industrial­i che annullino la debolezza economica e rilancino sinergie tra i grandi Paesi. Questa è la vera strategia che mette in auge una sana collaboraz­ione, valorizzan­do l’interesse comune e le triangolaz­ioni a livello finanziari­o. Questa promozione a tre porta a un network solido, e fare rete significa far sistema allo scopo di recuperare politiche commercial­i e libero scambio. Le celebrazio­ni previste per il 25 marzo prossimo per i 60 anni dei Trattati siano una buona partenza per il rilancio della costruzion­e europea. Così la platea appalude, e intanto Gentiloni sta oliando in anticipo le rigidità presenti nei sistemi testé menzionati.

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