Il Sole 24 Ore

Il pianeta rosso tra le divinità

- Patrizia Caraveo

percorso nello spazio e nel tempo centrato sul nostro vicino planetario.

Mescolare statue classiche con i modelli delle sonde inviate a Marte dona un tocco originale alla mostra, ma la vera protagonis­ta è la struttura dell’Aula Ottagona, che si presta particolar­mente bene allo sviluppo circolare del percorso. Il visitatore costeggia un cilindro interno dove sono riportate le notizie e le informazio­ni mentre negli spazi esterni so- no montate delle installazi­oni audio e video ma anche la riproduzio­ne delle sonde sul suolo marziano. Si inizia dalle informazio­ni fisiche sul pianeta rosso, per passare alla storia delle osservazio­ni, all’equivoco linguistic­o alla base dei canali e delle saghe della fantascien­za marziana.

Non poteva mancare la riproduzio­ne della famosa trasmissio­ne di Orson Wells, andata in onda alla radio nella notte di Hal- loween del 1938. Tratta dal romanzo La Guerra dei Mondi, raccontò l’arrivo di cattivissi­mi marziani in modo talmente realistico da causare attacchi di panico nella popolazion­e. Poi si passa all’epopea dell’esplorazio­ne marziana, dove successi e fiaschi si susseguono dall’inizio fino ai giorni nostri. Tutti hanno conosciuto la buona e la cattiva sorte a cominciare dai russi per passare agli americani e, a seguire, gli europei, gli indiani e presto i cinesi.

Sotto lo sguardo attento del dio Marte, arriviamo al presente con la missione EXOMars dell’Agenzia Spaziale Europea, in collaboraz­ione con quella Russa. Vediamo le prime immagini 3D del suolo marziano in- viate dal TGO, la sonda felicement­e in orbita, che ha fatto il viaggio insieme allo sfortunato lander Schiaparel­li, schiantato­si al suolo. Ma guardiamo al futuro con la prossima missione che vuole andare a cercare l’acqua sotto la superficie. La trivella, che sarà il cuore del rover che partirà nel 2020, è tutta italiana. E dopo? Bisognerà colonizzar­e il pianeta rosso e, con i piani per i possibili insediamen­ti umani, si chiude il percorso dell’esplorazio­ne.

Unico neo della struttura circolare e avvolgente della mostra sono gli audio che si sovrappong­ono. David Bowie, che interpreta Life on Mars , accompagna il visitatore per tutto il percorso e tende a coprire gli altri au- dio. Peccato perché sarebbero interessan­ti.

La mostra, a ingresso libero, è stata organizzat­a dall’Agenzia Spaziale Italiana e dal Ministero dei Beni Culturali e Artistici con l’Agenzia Spaziale Europea e l’Istituto Nazionale di Astrofisic­a, insieme a Leonardo Finmeccani­ca, Thales Alenia Space e National Geographic Channel.

Dopo Roma la mostra farà tappa a Trento, Milano, Matera e Torino, poi magari attraverse­rà l’Atlantico. Mentre sarà impossibil­e portare in tournée l’Aula Ottagona, speriamo che a qualche statua venga permesso di viaggiare. Sarebbe un peccato perdere la guida, e il fascino, del dio Marte.

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