Il capitalismo con la polpetta
Piovono polpette. La tempesta perfetta di hamburger, destinata a sommergere l’intero pianeta, inizia sommessamente, in una cittadina della California. Due fratelli, che fanno McDonald di cognome, e un’idea geniale: organizzare la cucina della loro “panineria” in modo “fordista”, eliminare ogni tempo morto, servire il cliente alla velocità della luce. Con prezzi bassissimi e qualità super. Ma il “fondatore” vero dell’impero, l’uomo che impone il marchio elevandolo a simbolo di uno stile di vita, porta un altro cognome. Ed è proprio lui, questo personaggio uscito dall’ombra, il protagonista del film di Hancock. Uno che fino a 52 anni non ha ancora combinato nulla di notevole. Gira l’America ( che meraviglia l’ambientazione negli States dei primi anni 50!) a bordo della sua auto, cercando di piazzare nuovi modelli di frullatore. Un rappresentante frustrato, insomma; un commesso viaggiatore al limite del crollo. Tanto curioso, però. E quando scopre, per caso, che laggiù a San Bernardino, in California, hanno inopinatamente richiesto otto delle sue maledettissime macchinette, sente che deve andare a vedere. Un chiosco, solo un chiosco, e due fratelli che sembrano usciti dalla pubblicità del mito americano: tanto lavoro, onestà, idee vincenti. Ma Kroc, questo il cognome qualunque di quell’ometto qualunque, ha qualcosa in più di loro. La voglia insopprimibile di fare le cose in grande, di sviluppare quella piccola, geniale idea. Prima li blandisce, entra in società, poi… Poi il gioco si fa duro. Niente più piccoli accordi amichevoli, ma carte bollate e avvocati. “Greed”, eccola la parola nuova che entra sulla scena. Il piccolo uomo, diventato grande e vorace predatore, non si ferma più. Polpetta dopo polpetta, il capitalismo è servito. %%%% %
The founder, di John Lee Hancock, Usa, 2016, 115’, biografico